Magister ci informa che non è il cardinale Trujillo a spararle grosse: è direttamente il codice canonico, o meglio la sua più accreditata interpretazione. Il codice, al canone 1398 stabilisce che incorre nella scomunica latae sententiae chi procura l’aborto. (Il canone sta sotto il titolo VI, Delitti contro la vita e la libertà dell’uomo, in compagnia del 1397, che tratta dell’omicidio). Edward N. Peters, specialista in diritto canonico, ricorda che il canone è già stato interpretato nel senso più largo possibile, così da includervi senza ulteriore specificazione ogni soppressione di vita umana prenatale. La scomunica non può dunque non valere, almeno fino a interpretazione ufficiale contraria, anche per "l’uccisione degli embrioni prodotti in vitro".
(Oggi il papa è a Valencia per il quinto incontro mondiale delle famiglie. Zapatero non assisterà alla messa. Incredibile deriva laicista!)
1) e il problema?
2) chi non vuole capire non capisce…
rimesparse
A parte la questione della scomunica, anch’io non vedo dove sia la notizia. Mi pare evidente che per un cattolico la soppressione di un embrione, in qualsiasi modo avvenga, è atto di gravità estrema (perché poi sia peccato occorrono, com’è noto, altre condizioni).
Ci si è affidati fin troppo alla divina provvidenza…
Sulla scomunica: perché la scomunica no e l’ergastolo sì?
rimesparse
E’ omicidio, ffdes, omicidio.
Sì, certo. E quindi atto di gravità estrema. Continuo a non capire dove sia la notizia.
P.S.: per l’etica cattolica perché l’atto grave sia “imputabile” occorrono almeno due altre condizioni, che tradizionalmente vengono definite “piena avvertenza” e “deliberato consenso”, la qual cosa lascia un margine di interpretazione ampio almeno tanto quanto il senso in cui il codice è stato interpretato.
E’ che uno vorrebbe capire quando le cse van rese alla lettera e quando no.
Az par