Le grandi costituzioni le firmano i giuristi. Così Sartori formula la sua idea meravigliosa: ci vogliono nove costituzionalisti che scrivano la Costituzione: uno nominato dai DS, uno da Forza Italia, uno dalla Margherita, uno da AN, più quattro nominati dall’associazione e uno di chiara fama scelto dal capo dello Stato.
Mi pare un’ottima proposta. Su un punto però mi permetterei di emendarla: Sartori concede (bontà sua) che le proposte della Commissione di Saggi dovrebbero comunque essere approvate dall’intero Parlamento. Non so perché faccia questa concessione, perché cioè immagini che ci sia bisogno dell’approvazione di una manica di inesperti: non basta che abbiano scelto metà degli esperti? Ma poi, a pensarci bene, è quest’ultima la concessione che ci fa solo perder tempo. In fondo, il simile conosce il simile: chi meglio di un esperto può riconoscere la perizia di un altro esperto? Io non starei perciò a pensarci su, affiderei a Sartori, anzi: fossi in Sartori mi arrogherei il diritto di nominare la Commissione dei nove costituzionalisti, pescandoli uno di qua e uno di là come lui dice, e li metterei senz’altro al lavoro. Redatta la nuova Costituzione, la spedirei a mezzo plico postale al Parlamento. La proposta non proverrebbe da una Commissione istituita dal Parlamento, ma non si vede in cosa la qualità di una proposta formulata da fior di esperti (nominati da Sartori, perdinci!) sarebbe migliore se i nove esperti fossero invece di nomina parlamentare.
Insomma, non capisco cosa Sartori stia ad aspettare, perché voglia istituire una commissione. Gli esperti non si istituiscono mica. O forse lavorano meglio se lavorano in Parlamento, invece che nella biblioteca di casa Sartori? Ci lavori dunque su, il professor Sartori: nomini, riunisca e elabori, e ci dia per la ripresa autunnale la nuova costituzione. Quale Parlamento non si inorgoglirebbe al pensiero di dare al Paese una Costituzione a firma Sartori? Quale Parlamento non accetterebbe di buon grado di ratificare il lavoro di Sartori e dei suoi esperti?
(Se poi non ratificasse, il professor Sartori potrebbe comunque scriverci sopra qualche editoriale e un altro libro sui mala tempora. E ai cittadini che quel Parlamento hanno eletto resterebbe di decidere se hanno eletto degli incompetenti, o se chi scrive editoriali a firma Sartori è meglio non annoverarlo tra gli esperti di diritto e i maestri della democrazia parlamentare)