Lo vedo strano

La mia dieta mentale prevede che io mi formi il minor numero di opinioni possibili. La tenuta di un blog è una costante tentazione a trasgredire la dieta, ma io mi sforzo di portare opinioni che siano perlomeno argomentate, e così mi assolvo. Le poche volte che rilascio un’opinione senza argomentazioni a sostegno, è perché confido in cuor mio che saprei trovarne di buone.

A voler rispettare questa regola, non mi riesce di formarmi un’opinione su ogni singolo episodio dell’infinita crisi medio-orientale. Non parlo degli obiettivi di lungo periodo, del diritto dei popoli, della pace o della sicurezza. Parlo di cose come chi ha cominciato, se la reazione sia proporzionata, se c’entrano la Siria o l’Iran o tutti e due, se debba andarci l’ONU, se l’Europa debba muoversi e come, ecc. ecc. Non che non abbia opinioni in proposito, ma si tratta appunto di opinioni, fondate su dati di seconda e terza mano. Io non nutro un particolare interesse per le mie opinioni (in quanto opinioni), figuriamoci per quelle altrui. E invece vedo che molti blogger, compresi quelli che apprezzo e stimo, non hanno alcuna difficoltà a formarsene una. Beati loro. Peraltro, sono abbastanza convinto che molti non supererebbero un esame di storia contemporanea, eppure vedo che nutrono opinioni precise su faccende sulle quali io non mi raccapezzo affatto.

Ma manifestare un’opinione è anche un atto politico, e io non penso affatto che si sia titolati a compierlo solo con assoluta cognizione di causa. Mi domando tuttavia perché certi blog sentano questa urgenza politica, e se siano consapevoli che è essa, più che la conoscenza diretta della questione a spingerli a scrivere. Non vorrei essere frainteso: non sto proponendo cose alle Sartori. Sto solo dicendo che la natura del mio blog torna ad apparirmi strana, ogni qual volta vedo la blogosfera scossa e fremente, attraversata da quei temi sui quali tutti sentono il bisogno di dire la loro: che si tratti dei Mondiali di calcio o, questa volta, della crisi in medio-oriente (di nuovo, non in generale, ma nello specifico dell’attuale spirare dei venti di guerra). Proprio allora, io sento molto poco il bisogno di dire la mia, preferisco anzi non averla neppure.

(Mi si dirà: ma per i giornali è la stessa cosa. Le opinioni vi galleggiano allegramente. E’ vero. Ma io non sono il titolare di un giornale).

6 risposte a “Lo vedo strano

  1. Sono completamente d’accordo con te, e la mia stima nei tuoi confronti non può che aumentare!
    Blogger contro il mito dell’opinione non argomentata?

  2. Mah. Esistono argomenti dello scibile umano sui quali le nostre opinioni non siano “di seconda e terza mano”? E poi – al netto del giusto richiamo a vegliare sulla sensatezza di ciò che si pensa, dice e scrive – esistono anche altri modi di comunicazione forse meno controllati logicamente, ma non per questo meno efficaci o nobili (cioè: se scrivo un post sui mondiali in cui racconto con chi ho visto la finale e che cosa ho pensato quando Zidane ha dato la testata, beh, un po’ di margine è ovvio che me lo conceda, no?). Infine: il tuo blog è il tuo blog è il tuo blog. Si chiama stile, credo.

  3. Mah. Esistono argomenti dello scibile umano sui quali le nostre opinioni non siano “di seconda e terza mano”?

    Diciamo che ci sono diversi modi per documentarsi, e ci sono diversi livelli di documentazione.
    C’è l’assenza totale di documentazione: e ci si basa sui ricordi, su quello che si è sempre saputo. Ad esempio che Napoleone è morto a Sant’Elena il 5 maggio del 1812.
    C’è la lettura veloce di un articolo o di una enciclopedia. E si scopre che Napoleone è morto nel 1821, non nel 1812.
    C’è la lettura di un articolo di giornale, e si scopre che forse è stato avvelenato con l’arsenico.
    C’è la lettura di un saggio. E si scopre la causa della morte è un tumore allo stomaco, mentre l’arsenico è presente nel sangue a causa della carta da parati color verde (i miracoli della chimica).
    C’è la lettura di più saggi: e si scoprono altre ipotesi, e i pro e i contro di ogni ipotesi.
    C’è infine il controllo dei documenti: i diari di Napoleone, i diari dei medici, resoconti di analisi e così via.

    Tutte conoscenze di seconda o terza mano, ma si passa dai ricordi delle lezioni di (quando va bene) dieci anni prima agli studi corrispondenti ad un paio di lauree.

    Poi lo stile è lo stile: se uno vuole narrare le sue sensazioni personali, o le sue opinioni epidermiche, è libero di farlo. Io e Massimo, pur con le nostre differenze, preferiamo altro genere di scritture.

  4. Un uomo della strada di kabul intervistato da un uomo della strada di mantova alla domanda che ne pensa del rifinanziamento della missione e dei quattro voti contrari ha risposto esultando in un italiano approssimativo: italia canabaroooooooooo.

  5. Ivosilvestro: ma infatti, è il vostro bello. E’ che bisogna averne, diciamo così, i mezzi intellettuali, e la blogosfera è una jungla.

  6. Eppure “lui” sapeva, sapeva tutto:

    “Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero.”

    Non so se c’entra. A me pare di sì.
    ciao,
    ezio

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