Archivi del giorno: dicembre 11, 2006

O la persona o la vita

Ed ecco Left Wing. Il mio elzeviro su Welby (e su Roberto Mordacci che ha tentato una giustificazione razional-kantiana del no all’eutanasia, fermo restando che il caso di Welby non è un caso di eutanasia) ha un titolo indovinato: quello di questo post . La goccia è giornalistica.

La terza pagina di Ffdes sulla sofferenza cristiana merita una considerazione. Marco Beccaria scrive:  "Ci si chiede (sui giornali, in televisione, sui blog, nelle aule scolastiche, tra amici, un po’ dovunque) se si sia favorevoli o contrari all’eutanasia, senza che nessuno abbia mai la pazienza e la carità di chiarire di che cosa si stia parlando". Caro Marco, tu sai bene che esistono, per esempio, i libri. Uno li prende, e si fa un’idea meno vaga della cosa. E, scrivendone, prova a diminuire la vaghezza che c’è in giro. Invece: lamentare, rimanendo sul vago, che si rimane sul vago, non apparterrà alla "cultura della morte" che rischia di minare le fondamenta del vivere civile (così per molti, e in buona parte per Marco) ma, francamente, non è che le consolidi.

Su Welby

Sul ‘caso’ Pier Giorgio Welby nel fine settimana sono usciti alcuni articoli rilevanti: il cardinale Barragan su la Repubblica e Il Tempo, Barbara Spinelli su La Stampa; Roberta De Monticelli sul Corriere; un post scriptum di Scalfari su Repubblica. Li trovate tutti insieme qua (insieme ad altri un po’ meno rilevanti). Li segnalo perché su Left Wing (che esce a momenti, a minuti o ad ore), si parva licet, me ne sono occupato anch’io (dopo avere tempo fa scritto sul caso Terri Schiavo, un articolo con un’imprecisione.

(Alla De Monticelli obietterei che la distinzione fra accanimento terapeutico ed eutanasia, da lei contestata, mi pare che abbia senso. Perché l’accanimento terapeutico non si configura solamente su basi soggettive – mentre l’eutanasia di queste basi ha strettamente bisogno: occorre cioè che la volontà del soggetto sia inequivocabilmente manifesta – e perché l’eutanasia non è necessariamente il percorso con il quale si intende porre termine a insopportabili sofferenze, o a cure strazianti).