"Definire certa qualsiasi proposizione quando vi è chi ne negherebbe la certezza se ciò non gli fosse vietato significa presumere che noi, e chi è d’accordo con noi, siamo i giudici della certezza – e giudici che ignorano gli oppositori. Nell’epoca attuale – che è stata descritta come "priva di fede, ma terrorizzata dallo scetticismo" –, in cui gli uomini si sentono sicuri non tanto della verità delle loro opinioni quanto del fatto che non saprebbero che fare senza di esse, le pretese di un’opinione a essere protetta da attacchi pubblici si fondano non tanto sulla sua verità quanto sulla sua importanza per la società".
L’epoca attuale priva di fede, terrorizzata dallo scetticismo: correva l’anno 1859. A scrivere queste parole era John Stuart Mill, On liberty, e noi non avevamo fatto neanche l’unità d’Italia.
(Questa è un’anticipazione del numero di Left Wing di domani, che avrà una goccia milliana. Il passo citato prosegue invece così:)
"Si sostiene che certe convinzioni sono così utili, per non dire indispensabili, al bene comune che i governi hanno il dovere di proteggerle quanto qualsiasi altro interesse della società. Si afferma che in un caso di tale necessità, che fa parte così integrante del loro dovere, qualcosa di meno dell’infallibilità può giustificare, e persino obbligare, i governi ad agire in base alla propria opinione, confermata da quella dell’umanità in generale. Viene inoltre spesso sostenuto, e ancora più spesso pensato, che solo i malvagi desidererebbero minare queste salutari convinzioni; e non è sbagliato, si pensa, coartare dei malvagi e vietare ciò che solo loro vorrebbero compiere. Questo modo di pensare rende la giustificazione delle restrizioni imposte alla discussione non una questione di verità delle varie dottrine ma della loro utilità, e così si illude di sfuggire alla responsabilità di dichiararsi giudice infallibile delle opinioni. Ma chi si acquieta la coscienza in questo modo non comprende che così facendo la presupposizione di infallibilità viene semplicemente spostata. L’utilità di una opinione è essa stessa una questione di opinione – altrettanto controversa, aperta al dibattito, e da discutere, che l’opinione stessa".