Nell'abisso dell'uomo/A proposito della filosofia di Giorgio Agamben

Si trova qui un interessante "feature radiofonico diretto e prodotto da Roman Herzog", dedicato alla (celebrazione della) filosofia di Giorgio Agamben. Il sito offre in anteprima diciannove minuti del cd.

A me pare assai ben confezionato. E molto ispirato. (Pure troppo).

"Non possiamo più illuderci di vivere in una democrazia. […] E’ ridicolo parlare di democrazia. Una democrazia che si fonda sul paradigma della sicurezza, della contrapposizione al terrorismo, è già terrorista, è già al di fuori della democrazia".

La ragione per cui estrapolo queste parole dal documentario non è di menare scandalo. Trovo anzi che almeno in filosofia (ma vorrei dire: sempre, perché non voglio assegnare alla filosofia nessuna licenza di irresponsabilità) deve essere possibile pensare senza precauzioni. Tuttavia mi domando (e alla filosofia tocca di domandarsi) cosa, in una certa radicalità di pensiero (che mi è peraltro familiare), comporta una simile radicalità nel giudizio politico. E poiché non sempre è stato così, mi chiedo se la risposta vada cercata solo dalla parte del mondo, o anche dalla parte che la filosofia si è scelta rispetto al mondo.

5 risposte a “Nell'abisso dell'uomo/A proposito della filosofia di Giorgio Agamben

  1. Un pensare senza precauzioni spesso può diventare un pensare senza rigore e onestà. In Agamben significa scivolare verso un radicalismo senza fonti e prove, un radicalismo retorico che trae profitto da metafore, presupposizioni non dichiarate, false analogie, iperboli; insomma, argomentazioni claudicanti. “Una democrazia che si fonda sul paradigma della sicurezza non è più democrazia”. Definiamo il paradigma securitario e facciamo vedere, cioè PROVIAMO, come annulli i diritti fondamentali; questo è il lavoro da fare. Altrimenti si dimentica che la sicurezza è all’origine di molti stati liberali. Bentham: “Avere un’idea chiara della libertà significa considerarla un aspetto della sicurezza”. Spinoza: “L’ultimo fine dello stato è liberare ciascuno dal timore”. Mill: “Per impedire che i membri più deboli della comunità divenissero preda di innumerevoli avvoltoi, era necessario che vi fosse un predatore più forte degli altri” E si potrebbe continuare. A quale democrazia pensa Agamben? A quale sicurezza?

  2. E’ domenica e mi sento in vena di giudizi radicali ispirati agli ultimi post:
    Carlo Sini – Giorgio Agamben: un tennistico 6 a 0

  3. Senti Massimo,

    io non ho mai letto una riga di Agamben in vita mia… Mi sono perso qualcosa?

    – Franz –

  4. Sì. Probabilmente non qualcosa che serva al tuo consueto percorso di ricerca, ma sì. (In filosofia, almeno con gli altri, qualcuno penserà pure con me stesso, sono abbastanza latitudinario)

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