Archivi del giorno: marzo 1, 2007

Ultimora

Una settimana fa, ho istituito il meraviglioso concorso, promettendo un "fantastico premio" a chi avesse scovato il blog del tutto anonimo che avevo appena aperto. Il blog ha, al momento in cui scrivo, 59 accessi. Credo che 25-30 di questi accessi siano miei. Come diavolo ha fatto l’utente che si firma adlimina a trovarlo non so. (o forse sì). Per prova, ho googolato pezzi dei post: il motore di ricerca non segnala il blog. Per non rendere la cosa impossibile, ho scelto, a caso tra i link di blog che linko, una decina di blog, e ho chiesto anonimamente di visitare il mio blog. Mi apprestavo a fare la stessa cosa anche oggi, e così ogni settimana: una decina di blog alla volta. Ma ieri sera ho fatto un errore: ho postato qui con l’username anonimo, benché nel giro di due minuti abbia cancellato e corretto. Chiedo ad adlimina se è così che è giunto al blog. Se è così, nessun fantastico premio. Se è così, prego di continuare il gioco (supposto che ci sia qualcuno che giochi). Avevo scritto infatti: "Chi, vagando nella blogosfera, lo scoverà, dovrà averlo scovato in base al contenuto e allo stile dei suoi post, e a nient’altro". Se non è così, attendo la motivazione, e la necessaria rivelazione dell’identità da parte di adlimina, per consegnare il fantastico premio. 

Elementare, Watson!

Una volta Sherlock Holmes mi chiese: "Caro Watson, cosa deduci dal fatto che vedi il cielo stellato sopra di te?". Risposi: "Deduco che la mia posizione è orientata verso il nord; di fatto le costellazioni a cielo sereno permettono di orientarsi non solo al mare, ma anche in montagna, dove noi appunto siamo". Felice della mia risposta, che mi appariva profonda e complessa a un tempo, sorrisi all’amico e compagno di tante disavventure, il quale rispose, accendendosi con calma la pipa: "Caro Watson, non manchi mai di stupirmi; non vedi che ci hanno rubato la tenda?". Perbacco non ci avevo pensato!

(In Carlo Penco, La svolta contestuale, Milano 2002, che riporta l’originale inglese (che trovate qui). Il quale però, spiega Penco in nota, non si trova nelle storie pubblicate da Conan Doyle, ma su BBC News, 19 dicembre 2001, come la miglior barzelletta dell’anno. In rete la si trova un po’ dappertutto. Penco la impiega per commentare: "La deduzione di Watson, come al solito, era corretta e coerente, ma non considera il contesto". Mi piace pensare che qui sta una delle ragioni per cui in filosofia non è mai semplicemente questione di correttezza e coerenza).

L'uomo e l'animale – dai resoconti del Senato

"Lei non deve illudersi che noi non capiamo le sue intenzioni. E lei non deve far finta di credere che le cose che dice noi facciamo finta di credere di non capirle" (Francesco D’Onofrio, UDC, dichiarazione di voto nel dibattito di ieri al Senato, ore 19.31).

Cos’è che diceva, Jacques Derrida (E se l’animale rispondesse? (finte e tracce) Aut-Aut 2002, n. 310-311) L’uomo non si distingue dall’animale perché capace di finta. Anche l’animale sa fingere (per esempio, mimetizzandosi). Ma solo l’uomo sa far finta di far finta.

E solo D’Onofrio può spiegare la crisi politica facendo finta che Prodi faccia finta che l’UDC faccia finta.