Archivi del giorno: marzo 2, 2007

La fatica del concetto

Veltroni: "Abbiamo fatto gli striscioni, abbiamo stampato i volantini, abbiamo portato le nostre bandiere, abbiamo gridato i nostri slogan, abbiamo passato poche ore a dormire perché volevamo cambiare il mondo". Sembra così che a distanza di anni, guardando indietro, Walter Veltroni conservi bene l’idea che vi fosse un nesso fra volontà di cambiare il mondo, poche ore di sonno e disponibilità a scrivere volantini e gridare slogan, ma abbia completamente dimenticato il contenuto degli striscioni, il contenuto dei volantini, il contenuto degli slogan.

Non mi interessa affatto difendere oggi quel contenuto, ma domandarmi se non debba preoccupare quel che invece immalinconisce e intenerisce Veltroni fino alla lacrima: che cioè volontà di cambiare il mondo e disponibilità a scrivere volantini si tengano l’un l’altro indipendentemente da quel che uno ci scrive sopra. Non sarebbe meglio dire ai giovani che conta pure quello? (Ed ha mai contato, per Veltroni?).

Per rispetto della professione

Lo spettro che ormai s’aggira per l’Europa "non è il ritorno del religioso, e neanche quello del buon vecchio Dio, ma il nichilismo, religione feroce di quelli che non credono a nulla e che vorrebbero anche impedirci di credere". Detto da un filosofo, Bernand Sichère (Catholique, Desclée de Brouwer), che per nulla impedito, è passato (in maniera tormentata, sono sicuro) dal maoismo al cattolicesimo. Ora, finché è Marcello Pera a dir queste cose (senza tormento), passi. Ma un filosofo non dovrebbe prendersela con il nihilismo, bensì solo con se stesso, se la mette così: che ci sono quelli che vogliono credere, e quelli che non vogliono (lascio cadere qui chi vuole impedire cosa). Per lui si dovrebbe trattare, in un qualche senso del termine, di sapere o di non sapere, magari di sapere di non sapere (o, come penso, di non sapere di sapere). Non è il nichilismo, dunque: è il fallimento professionale