Archivi del giorno: marzo 26, 2007

Democrazia e obiezione di coscienza

E’ uscito Left Wing e, come preannunziato, c’è il pezzo che ho dedicato al recente intervento di  Zagrebelsky, sulla democrazia. La goccia è John Rawls sull’obiezione di coscienza.

Il peggio di sé

Andrea Romano deve essersi addormentato tra una colonna e l’altra del suo editoriale. Nella prima colonna, riporta l’incipit della dichiarazione di Berlino: "L’uomo è al cuore della nostra azione. La sua dignità è inviolabile. I suoi diritti inalienabili", e poi ancora: "noi aspiriamo alla pace e alla libertà, alla democrazia e allo stato di diritto, alla prosperità e alla sicurezza, alla giustizia e alla solidarietà". Di queste parole, Romano dà questo giudizio: "toni compiaciuti tanto da risultare stucchevoli, contenuti tanto vaghi da apparire evanescenti". Forse è per questo che si è addormentato.

Seconda colonna: "Il vuoto della retorica europea colpisce soprattutto all’indomani dell’entrata a gamba tesa del pontefice" (il quale, sia detto en passant, compie ottant’anni). "Di fronte a quell’accusa di ‘apostasia’, dinanzi all’immagine di un continente che ‘si congeda dalla propria storia’,perché ‘privo di valori universali’, con cui Benedetto XVI ha voluto condannare l’assenza di riferimenti alle ‘radici cristiane’ dell’Europa, l’Unione ha scelto di sfoderare la sua arma più innocua", cioè la retorica.Ora, se Romano non avesse preso così improvvisamente sonno tra una colonna e l’altra del suo editoriale, si sarebbe accorto che nella prima colonna non faceva altro che riportare un mucchio di valori universali in cui noi europei crediamo, e di cui secondo il Papa ottantenne a gamba tesa saremmo privi. La Dichiarazione è piena zeppa di valori universali, gronda valori universali da tutte le parti: ce ne sono persino troppi!. (Oppure Romano non li considera valori universali?)

L’accusa di vuota retorica è ovviamente comprensibile. Una dichiarazione, peraltro, è retorica per definizione. Ma forse Romano intende proprio che è vuota perché la dichiarazione non esordisce con qualcosa del genere: "Poiché siamo cristiani, noi consideriamo, noi aspiriamo, ecc. ecc.". In effetti: sentite adesso com’è piena! E’ piena almeno quanto questa: "Poiché siamo musulmani, noi consideriamo, noi aspiriamo, ecc. ecc.". Ma se Romano ritiene che solo un uso polemico della religione riempie le dichiarazioni di principi, allora – a parte il fatto che l’universalizzazione rischierebbe di andare a farsi benedire (certo, dal papa cattolico: ma solo da lui), allora non potrei che dare ragione alla conclusione del suo articolo: in queste solenni e sonnolenti circostanze, capita che ognuno dia il peggio di sé..

Dragon Ball

Ma voi Dragon Ball lo vedete? Io un po’. Non sono sicuro di aver capito, ma ci sono dei mostri che vanno in giro ad assorbire l’energia dei Cyborg. In questi giorni, ad esempio, mi pare che un mostro (Cell, appartenente alla quarta generazione di androidi) si è risucchiato con la sua grossa coda di lucertola il Cyborg numero diciotto. Poi ci sono i buoni, Goku e suo figlio Gohan, ad esempio, oppure Vegeta. Per battere i mostri credo che debbano superare almeno almeno lo stadio Super Saiyan, e in ogni caso il livello delle forze combattive è terribile. (E le storie sono complicatissime. Segnalo solo che alla puntata 125 “Dio compare” e alla 142 combatte contro “Il Grande Mago Piccolo”).
Ad ogni modo, leggendo Antonio Gnoli su la Repubblica descrivere il rapporto di Hegel con la tradizione filosofica e la Fenomenologia dello Spirito m’è parso che Gnoli la vede un po’ così, la faccenda. Hegel “pantagruelico e spietato”, Hegel la cui ossessione si trasforma in bulimia, Hegel che sconfigge i giganti ed è capace di “divorarli con lenta determinazione”, Hegel con “l’arma letale” della dialettica, Hegel “in grado di inghiottire ogni cosa”: “non c´era boccone filosofico che egli non afferrasse per poi portarlo all´altezza del naso. Lo scrutava, lo annusava e in pochi istanti decideva se inghiottirlo o gettarlo come un rifiuto nella spazzatura”. Quest’ultima è proprio una scena tratta dal cartoon.
Comunque concedo tutto, a Gnoli, pure l’aneddotica, ma non che “si può anche pensare alla Fenomenologia dello Spirito come a un grande affresco hollywoodiano”, questo proprio no.