Free will al Financial Times

Il neuroscientist americano Libet ha dimostrato che quando voi decidete liberamente ed in piena consapevolezza di muovere il braccio verso destra piuttosto che verso sinistra, è troppo tardi: il corpo s’è già mosso, a livello neurologico, nella direzione che dopo avete scelto. D’altronde, due australiani hanno dimostrato che è possibile condizionare ‘dall’esterno’ la scelta, senza che voi ve ne accorgiate. Voi pensate di decidere liberamente da quale parte muovere il braccio, ma gli australiani vi hanno già condizionato per benino, in modo che lo muoviate dove hanno stabilito loro.

Susan Greenfield, una best mind, è preoccupata, a causa dell’impatto che simili dimostrazioni possono avere sulla nostra vita. E Paul Churchland si chiede quanto a lungo la legge penale potrà ignorare questi risultati. Si sa che meno MAOA hai (il MAOA, com’è noto, è un enzima), e più aggressivo e violento sei: e che colpa ne hai, allora?

E in carcere chi ci sta, in più alta percentuale? Chi ha un QI basso, o qualche disabilità. E’ giusto, questo? E se si potesse intervenire sul cervello, non sarebbe meglio? Certo, intervenire sul cervello non è piacevole, ragiona acutamente il filosofo Churchland, ma neanche andare in prigione lo è (e non dite che volete deciderlo voi, perché Libet vi ha già dimostrato che non decidete un bel nulla).

Non potrebbe essere, quella dell’intervento,  una forma piuttosto energica di rieducazione e reinserimento nella società, che è dopotutto la più nobile tra le finalità che giustificano la pena? Il filosofo Derk Pereboom crede che, comunque sia, il determinismo impone di ripensare la funzione della pena: come deterrente non serve a nulla, tanto vale concentrarsi appunto sulla rieducazione. Oggi più che mai, scrive saggiamente Stephen cave, abbiamo bisogno di filosofi che ci facciano capire che stia mai combinando la scienza.

Lasciamo allora l’ultima parola a John Searle, grande vecchio della filosofia americana. Searle dice: ma se l’intenzionalità, la vita cosciente, la free will sono tutte pie illusioni, che cavolo ci stanno a fare, com’è che sono spuntate fuori?

Forse è ancora presto, conclude l’articolista, per considerarci puramente e semplicemente pezzi della natura (e allora basta prigioni, tanto sono inutili). Ma certo è che di cose ne dobbiamo ripensare.

Ho finito la mia sintesi. E non so cosa pensare. Ma che importa? Sarebbe un’illusione, no?

13 risposte a “Free will al Financial Times

  1. Cura Ludovico o eugenetica?

    Cioè, Borghezio lo si rieduca con Ken Loach, o va proprio aperto?

  2. Mi dispiace, ma questo post si è scritto da solo prima che tu decidessi di farlo

  3. Ciao, il tuo post è il primo che vedo in italiano sull’argomento free will. Sto seguendo un gruppo di studio di neuroscienze (tra informatici, puoi immaginare il tenore delle discussioni!) e la morale della favola sembra “abbandona il libero arbitrio e vivrai felice”.
    Io invece sono ancora alla fase “come abbandonare il libero arbitrio e vivere felici”, per cui cercare di approfondire l’argomento mi interessa particolarmente. Ma leggendo il tuo post, sembra che la filosofia contemporanea non si sia ancora messa d’accordo su che ruolo dare al libero arbitrio, di fronte il progredire del livello conoscitivo sul funzionamento del cervello. Peggio ancora, sembra che non si sia proprio messa in moto per attaccare l’argomento (vedi quanto riporti di Searle)

    O mi sbaglio?

    Junkie

  4. utente anonimo

    Junkie, pensare di trovare il libero arbitrio o il suo contrario nel cervello è come pensare di poter mandare la propria fotografia in ufficio mentre stai a casa a guardare la tv.

    (ma Libet era libero quando scopriva che il suo cervello aveva già scritto le sue dimostrazioni? e se non lo era, esse sono comunque vere?)

  5. Della sintesi, tengo buono il dibattito sull’utilità del carcere. Tutta la parte sul libero arbitrio mi sembra sostanzialmente inutile. Il concetto di libero arbitrio è strano senza tirare in ballo il determinismo della neuroscienza (a proposito: come passano da muovere il braccio a destra o sinistra a decidere se rubare o no il portafogli del tipo che mi sta davanti in metropolitana?)

  6. Se i vari ricercatori ogni tanto parlassero anche di epigenetica oltre che di genetica, apprezzerei.
    Anche se a Bush, un test di livello del MAOA glielo farei volentieri.
    E poi, quant’e’ bello poter dare la colpa alla biologia e continuare a vendere armi senza controllo…
    non so come mai, ma vedo sempre un’hidden agenda….

  7. Questo commento s’è scritto da sé.

  8. utente anonimo

    #4: … cioè assurdo? E quindi, ne segue che tutte queste pippe che si fanno attorno alle neuroscienze lasciano il tempo che trovano?

    Salvo poi doversi sorbire i preti che parlano di legge naturale per salvare noi tutti dallo sfrenato progresso scientific,o che rischia di distruggere la morale, vero?

    Ma non si dice in giro che “c’è bisogno di più filosofia”?

  9. se la libertà è un’illusione, che ci sta a fare. buona domanda. è anche un’illusione dolorosa, quindi doppiamente…

  10. il #8 ero io

    Junkie

  11. complimenti, un filosofo che dice “non so cosa pensare” è come un politico onesto

  12. Io ho la sensazione che il libero arbitrio sia piuttosto difficile da definire, e che ognuno lo definisca a seconda di come la pensa. Mah.

  13. utente anonimo

    Che post! sembra di leggere odifreddi…solo che qui si parla di libet quindi ridurre tutto a battutine è opera geniale e meritoria, immagino.

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