Di principio. E di fatto?

La nota Cei sui Dico. Tutto bene. Mi domando un politico cattolico, tenuto all’obbedienza, che "ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge", che non “può appellarsi al principio del pluralismo e dell’autonomia dei laici in politica, favorendo soluzioni che compromettano o che attenuino la salvaguardia delle esigenze etiche fondamentali per il bene comune della società”, che "sarebbe incoerente" se sostenesse la legalizzazione delle unioni di fatto (però di sicuro c’è qualcuno che passerà di qui a dirmi che questo non vuol dire che in ultima istanza non deciderà la sua coscienza; e certo: siamo mica marionette – salvo che la coscienza va formata in coerenza con questa nota qua), un politico cattolico si può prendere almeno la libertà di condurre una ricerca empirica in argomento? Poiché nella Nota i vescovi italiani affermano che "la legalizzazione delle unioni di fatto [è] inaccettabile sul piano di principio, pericolosa sul piano sociale ed educativo", un politico cattolico si può prendere la libertà, dal momento che nella nota si trovano solo le impeccabili considerazioni di principio, può prendersi la libertà di condurre qualche verifica in punta di fatto della pericolosità sul piano sociale ed educativo di una legge simile? Può prendersi la libertà di verificare se, nei paesi in cui è stata introdotto qualcosa di analogo ai Dico, e persino, a Dio piacendo, di più avanzato, la situazione sociale ed educativa s’è fatta o si sta facendo veramente intollerabile e pericolosa? Oppure l’inaccettabilità di principio esclude a priori che in quei paesi l’introduzione di norme che legalizzano le unioni di fatto possa non avere messo in pericolo la società e l’educazione delle future generazioni? Per capire: se conduco uno studio sull’argomento, in Francia, cosa trovo, a conferma o eventualmente (se l’eventualità è contemplabile) a smentita della Nota dei vescovi?

(E se, Dio non voglia, si scoprisse che quei paesi non sono Babilonia, che si fa?)

14 risposte a “Di principio. E di fatto?

  1. Cerca, troverai tutta l’ipocrisia della CEi. E lassù te ne saranno grati 🙂

  2. utente anonimo

    non sono un esperto nel settore, ma comincio a sospettare che azioni dotate di un carattere così esplicito come questa Nota (giacché non c’è azione senza reazione e spesso il diavolo è il signore degli effetti) rischino di essere la pietra tombale sull'”impegno dei cattolici in politica”, cioè sul senso di questo impegno, sulla funzione dirimente, identitaria e pratica dell’essere cattolici IN politica. Se un passacarte in tonaca, o un fedele impiegato, può far benissimo il tuo lavoro, e tu vuoi continuare a farlo, sceglierai un altro criterio intorno a cui organizzarlo (oppure ti metti la tonaca e pigi il bottone che ti dicono, vedi un po’ tu).

    tanto di guadagnato, eh

  3. utente anonimo

    “Se un passacarte in tonaca, o un fedele impiegato”

    dimenticavo l’opzione più probabile: un “furbo doppiogiochista”

    😉

  4. utente anonimo

    ma tu AP che scrivi queste cose ti senti (ancora) cattolico per caso?

  5. Ma cosa ho scritto?
    (c’è bisogno di firmare per vaere risposte)

  6. Come cercavo di balbettare in radio (intanto non avevo come te cacche da controllare, però guidavo sulle strade della tortuosa Val Tidone) il problema è nel manico. Ho il sospetto che chi scrive quelle cose (cioè i miei vescovi) è convinto che sia “pericolosa sul piano sociale” la cosa in sé, ovvero il fatto che ci siano coppie di fatto (per non parlare delle coppie omosessuali) riconosciute dalla legge. Insomma, finché la mettiamo giù così non se ne esce. Non a caso, balbettavo di ideologia. Bisognerebbe metterla giù laicamente e non ideologicamente come la mette Buttiglione (dando però poi torto a Buttiglione).

  7. Cioè ti pare che domandando in cosa si traduce questa pericolosità sociale in sé si cade nell’ideologismo preconcetto?

  8. sarebbe utile capire in che modo i cattolici, che hanno fatto strame per secoli di vite umane colpevoli solo di dispiegare un pensiero antagonista e che hanno taciuto di fronte alle eutanasie naziste e alla shoah, intendano il bene comune della società. invece di gridare l’impossibilità di tollerare che bambini crepino nel mondo ogni minuto di questa giornata, premono per infilare le loro toghe stantie in parlamento. più comodo, vicino casa. dopo aver insultato la nostra carne, e il nostro spirito, e ora la nostra intelligenza, la chiesa insiste spavalda a commercializzare le idee del prof di etica di lublino senza nemmeno dirci a chi vanno le royalties.

  9. utente anonimo

    per una volta adlimina coglie nel segno

  10. utente anonimo

    Degno contradditorio, si.

  11. Massimo: no, intendevo dire che, essendo la questione spesso dibattuta a partire da opposte sponde ideologiche, il più delle volte vanifica a monte l’intento verificazionista della tua domanda (al netto del suo apparato retorico, suo della domanda, e retorico in senso buono). Cioè, come tentavo di balbettare alla radio: un cattolico integralista ti risponderebbe che il fatto stesso che in una società ci siano coppie di fatto o omosessuali riconosciute legalmente è “pericoloso”. O ancora: è che non ci si intende (forse: non ci si può intendere) sul concetto di pericolosità.

  12. che un cattolico integralista mi risponderebbe così è peggio per lui, non per la domanda.
    (Si potrebbe persino dire: la domanda servirebbe a mettere in chiaro quanto è integralista il cattolico di cui sopra: e non sarebbe dunque affatto inutile porla).

  13. Infatti. E’ ciò che intendevo sottolineare dicendo che l’impianto retorico della domanda resta interessante.

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