Se avete sei minuti di tempo, poco meno, e vi piace Dylan Dog, guardatevi questo cortometraggio al quadrato. (Girato da un amico, girato a Salerno, girato bene con pochissimi mezzi).
(oggi è festa, si può derogare)
Se avete sei minuti di tempo, poco meno, e vi piace Dylan Dog, guardatevi questo cortometraggio al quadrato. (Girato da un amico, girato a Salerno, girato bene con pochissimi mezzi).
(oggi è festa, si può derogare)
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Grazie a georgiamada (che ringrazia giorgio di costanzo) leggo l’articolo che Alfonso Belardinelli ha dedicato su Il Foglio a Che cos’è un dispositivo? di Giorgio Agamben. L’articolo è ottimo. Non avendo però letto il testo di Agamben (e soprattutto non avendo letto il suo ultimo libro, cosa che prima o poi farò) mi astengo dal discutere nel merito. Salvo un punto, che se non ricordo male ho già proposto (ma non saprei dire dove). Belardinelli conclude infatti con cinque domande, e ho anch’io la mia domanda, a proposito di questo passo agambeniano:
Vi propongo nulla di meno che una generale e massiccia partizione dell’esistente in due grandi gruppi o classi: da una parte gli esseri viventi (o le sostanze) e dall’altra i dispositivi in cui essi vengono incessantemente catturati” (p. 21).
La domanda è: chi diavolo li produce i dispositivi, da dove vengono fuori? Come cioè ha origine la partizione proposta? Se debbo pensare che sono gli esseri viventi a produrre i dispositivi, allora non posso saltare questo punto e cominciare dalla partizione; se invece non sono loro, chi mai sarà? Sorgono da sé? Ci sono sempre stati? (E in generale, posso io cominciare con un di qua questo, di là quello?)
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A Salerno è partito il corso di formazione politica fortemente voluto dall’on. M. Carfagna, commissario di Forza Italia in città (ecco l’intenso programma, inaugurato dall’on. S. Bondi con una relazione su Laici e cattolici: una fede comune). Analoga iniziativa a Napoli (manifesto in pdf, con Gandhi in esergo). Visto l’attivismo, son risalito all’origine, al Dipartimento di Formazione del Partito (guidato dall’on. Gaetano Quagliariello, vice l’on. Mara Carfagna) e a Ragionepolitica.it, diretta da don Gianni Baget Bozzo.
E’ un sito molto istruttivo, da frequentare assiduamente. Vi si leggono per esempio gli articoli di Raffaele Iannuzzi (nato a Grosseto nel 1966, si è laureato in filosofia presso l’Università di Pisa. È stato socialista operaista e vicino ad Autonomia Operaia. Nel 1992 è approdato alla fede cattolica. Ha pubblicato Il Dio cercato, Marietti, Genova-Milano 2003: notizie prese qui, dove c’è anche una convincente foto).
Raffaele Iannuzzi ha, nel suo ultimo articolo, un attacco fulminante: "Il laicismo è reazionario. Non può che essere tale perché si pone relativamente nei confronti della vera laicità, competitiva e fondata su un ethos oggettivo e naturale". Ora, io a Raffaele Iannuzzi voglio concedere (per non più di un secondo) l’ethos oggettivo e naturale che dice lui, voglio concedere la vera laicità competitiva e l’idea che il laicismo si ponga relativamente nei suoi confronti (qualunque cosa ciò significhi: si pone in relazione, si pone di sguincio, si pone di fianco?), ma non mi riesce di capire come, anche tutto ciò concesso, ne venga che il laicismo è reazionario. Forse che la vera laicità è progressista, e il cattivo laicismo che si pone relativamente è perciò reazionario? Ma Iannuzzi, don Gianni che è il suo Direttore, Quagliariello che guida il Dipartimento, son tutti progressisti? E soprattutto: Iannuzzi crede che l’uso della congiunzione perché equivalga automaticamente alla produzione di un argomento, di uno straccio di spiegazione? Uno legge l’articolo, e la fondazione dell’ethos oggettivo e naturale, e della laicità vera e competitiva (ma ‘competitivo’ cos’è, un omaggio a Berlusconi e alla cultura dell’impresa? Pure la laicità è competitiva?) non ce la trova.
In compenso trova garbate prese in giro. Per esempio all’indirizzo della filosofa De Ponticelli (in luogo di Monticelli: spero sia solo un refuso), "mite figura dell’Anticristo nostrano" (addirittura!) che nell’ultimo libro, siccome si dichiara a favore dell’eutanasia (che poi sarebbe da vedere se e come), sfodera per Iannuzzi "il sorriso della vergine pagana". Ma l’articolo è davvero esilarante: si apprende per esempio che "la Cristianità di Benedetto XVI" è "l’ultimo bastione della laicità" è "laicità pura" – e nel corso dello stesso capoverso si rimbrottano tutti i cattolici che cercano altre strade: "Non esiste ‘pensiero laterale’ possibile, solo per chiamarsi fuori dall’adesione piena e incondizionata alla poizione della Chiesa".
Esilarante davvero: pura laicità, laicità pura. Adesione piena e incondizionata. Non so voi, ma io preferisco mille volte il sorriso della vergine pagana. (E pazienza per la civiltà occidentale che Iannuzzi "ama e difende").
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