Trovo, dopo quasi un mese, questo notevole articolo di Luisa Muraro sui temi più scottanti del confronto tra laici e cattolici. Enumero in breve i punti salienti:
radici cristiani dell’Europa. Chi le voleva in Costituzione aveva ragione: non si può mettere in Costituzione il mondo antico, il rinascimento, l’illuminismo e saltare il medioevo. L’Europa è quella che è anche per la mediazione romana e cristiana;
i Dico. L’abbiamo buttata sull’ideologico e abbiamo sbagliato. Un monsignore diceva un anno fa che le coppie di fatto sono un fatto e come tale va riconosciuto. E invece guardate come è andata a finire, a prendersela con le ingerenze della Chiesa. (Zapatero, lui, è stato troppo disinvolto);
Il referendum sulla legge 40. Ruini è di destra e vabbè, Ruini ha giocato non proprio pulitissimo con l’astensione e vabbè, però anche alle donne i referendum non garbavano tanto: ma chi se ne è accorto? Si sono preferite contrapposizioni laici/integralisti, credenti/non credenti, destra/sinistra che non hanno rispondenza nei reali interessi delle donne e delle classi popolari;
la dottrina sociale della Chiesa. Ma la dottrina assegna al lavoro un primato sul capitale: ce ne siamo dimenticati? "Certe volte, a leggere il manifesto sui temi di confine tra società e vita religiosa, credo di avere in mano il giornale dei radicali e non un quotidiano comunista".
Qualche considerazione in estrema sintesi: radici cristiane. Nessuno mi ha spiegato che dobbiamo farci con queste – e con le altre radici. Un fatto simbolico, dice la Muraro. Ma anche i fatti simbolici hanno una ragione d’essere e un senso politico. Le celebrazioni del 25 aprile rinnovano l’esecrazione del nazifascismo, che non deve tornare. Con le radici cristiane sto forse dicendo che il paganesimo non deve tornare, che i buddisti se ne devono andare, o che l’islamismo non deve avanzare? (Dopodiché, non mi straccerei le vesti, se è solo per gusto antiquario)
i Dico. Non scherziamo. Confrontiamo la proposta di legge sui Dico con il resto delle legislazioni europee e poi vediamo se è frutto di laicismo esasperato e di polemica anticlericale, oppure se il resto d’Europa meriterebbe con più ragione, visti i testi legislativi, accuse simili.
il referendum. In attesa di conoscere come si sarebbe dovuta disegnare la contrapposizione secondo le vere linee divisive, mi domando in cosa la legge 40 sarebbe a giudizio della Muraro più rispettosa della specificità femminile. Il referendum su una materia del genere per me è peraltro sacrosanto, direi anzi che è la materia referendaria per eccellenza. Non dò giudizi sull’opportunità politica del momento, o su come sia stata condotta l’intera vicenda, perché non me ne intendo, ma, nel merito, non ho capito o non mi vien detto quali punti, conseguenti all’eventuale abrogazione referendaria, avrebbero offeso le donne, urtato le donne, mortificato le donne. Quel che succede invece con la storia dell’impianto di massimo tre ovuli fecondati ho invece idea che non sia il massimo della prospettive per una coppia, e per la donna in particolare.
dottrina sociale e radicali. I radicali prendono in Italia percentuali elettorali assai basse: possibile che siano questo spauracchio? Non mi capacito. Non c’è forse ragione di pensare che non è il manifesto a simpatizzare ma, su certi temi, la realtà? Dopodiché con le formule si fa presto: è come se un marxista mi tirasse fuori Marx e la religione oppio dei popoli per meravigliarsi che la Muraro vada in cerca di un incontro coi cattolici. Stupidaggini. D’altra parte è anche vero che la Muraro respinge come inadeguata la distinzione destra/sinistra, e dunque c’è da sospettare che il comunismo al quale pensa non sia di sinistra. O forse: c’è Arpaia che ha scritto un efficace pamphlet sulla sinistra reazionaria, magari tornerà utile leggerlo.