Archivi del giorno: Maggio 11, 2007

Pane e Bernacca

Oggi, gli anonimi si spiaceranno, è la giornata dei libri non letti. Quello di Zizek sulla violenza sarà il suo prossimo libro, e dunque non l’ho letto. Zizek, professional contrarian, di libri d’altronde secondo il Guardian ne ha già scritti 33. Zizek è anche protagonista di un film, Zizek!, di cui dice che è ben fatto, anche se non sopporta il fatto che sia proprio su di lui, visto che lui si odia (e su cosa doveva essere, un film che s’intitola così?). Dice Zizek che non sopporta di essere una star, che è a Londra per motivi privati, mica perché si proietta il film, dice che non gli va la gente che lo tratta da star perché lo prende per un brillante provocatore, mentre lui non lo fa per provocare, lui pensa seriamente quel che dice (e questo è vero). Lui si vede come uno di quei predicatori che nel vecchio west cercavano di convertire i cow-boys, e non disdegnavano di ricorrere per questo a qualche vecchio trucco (anche Zizek ha dunque i suoi trucchetti). Altri gustosi particolari in cronaca.

(Resta che alla fine Zizek dice una cosa da naufragio con spettatore, confessando di amare sconsideratamente le previsioni metereologiche. E questa, noi che pure siamo cresciuti a pane e Bernacca, è l’unica cosa che non gli perdoneremo mai. Ma come? hai appena detto che credi veramente a quel che dici, insegni che la violenza rivoluzionaria è roba buona, e poi confessi che ti piace pensare in una rassicurante camera d’albergo ai fronti nuvolosi in tempestoso arrivo, ma sotto prudente controllo?)

Basta! (su un libro non letto)

Non so se sia indispensabile comprare il libro di C. A. Viano per una visione dichiaratamente torinocentrica della filosofia italiana. Quel che mi aspetto di trovarci è già nell’articolo apparso su La Stampa (letto stamane nella rassegna della Camera e poi tolto, chissà perché: ma il link sarebbe questo). A Torino è accaduta una tragedia sotto gli occhi di Viano: che Vattimo ha preso il sopravvento. Lui Viano è illuminista, lui è empirista anziché no, lui la scienza e la tecnica, lui è alievo di Abbagnano (quello del Dizionario) e proprio in casa sua si afferma l’allievo di Pareyson, uno che legge Schleiermacher e Nietzsche e Heidegger, uno che la bussola della ragione illuminista non l’ha tenuta mai? La dialettica dell’illuminismo magari sì, ma l’illuminismo niente da fare.

Allora se è così basta: la filosofia – almeno quella che civetta con la metafisica -, non ha più senso. Cialtroni. E poi: hai voglia a indebolire, sempre nei suoi dintorni ti muovi. Ti sei ammalato di metafisica e teologia, e non ti rimetti mai veramente: non è questo che pensa Vattimo? Al diavolo, allora. Se è così, basta. Facciamo gli storici. Occupiamoci nientepopodimenoché di Torino e regoliamo i nostri conticini (ora che pure Vattimo s’è fatto anziano).

Scienza della Coalizione

"…Quando mi ritirerò nel 2011, creerò una cattedra di Scienze della Coalizione".

Aristotele diceva: dell’individuale non si dà scienza. Io non sfiderei Aristotele su questo terreno. Una cattedra così ci sarebbe solo in Italia. (L’intervista a Prodi è godibile; a me però fa un po’ sorridere il Presidente del Consiglio quando dice che da 12 anni lui cerca di costruire il centrosinistra italiano, quasi che da lui dipendano gli sforzi in quella drezione, e da tutti gli altri gli sforzi contrari).

P.S. Però: Veltroni in Africa, Prodi in cattedra: se riusciamo a trovare una divorante passione anche per Rutelli…

Provocazioni a pagina cinquantuno

Non conosco Dario Fertilio, del Corriere, e non conosco neppure quel Robert George, teorico del diritto naturale, consigliere di Bush, credente e cattolico, che è venuto a lanciare provocazioni in odore d’eresia in Italia, a Macerata, per lo stupore di Fertilio e dei lettori della pagina 51 del Corriere, lì dove si trova la Terza pagina (ho impiegato un giorno ad arrivare a pagina 51, l’articolo è di ieri).

Elenco le provocazioni in odore d’eresia: no all’aborto, no all’eutanasia, no al matrimonio omosessuale, sì alla guerra umanitaria: effettivamente, il tipo è provocatorio (o lo è la sintesi fertiliana). Voglio dire: in Italia, queste posizioni, e chi mai ce l’ha? Roba inaudita. Per fortuna, Fertilio mette bene in luce dove sta la provocazione: nel fatto che tutte queste posizioni attualissime, che giustificano l’attenzione del Corriere per un incontro altrimenti solo accademico, sono fatte discendere dalla legge naturale. (Ma va!). Che l’uomo abbia una natura è convinzione incrollabile di George e salvo il fatto che il primo dovere di un giusnaturalista sarebbe quella di spiegarsi sul termine ‘natura’, non faremo nulla per minare questa convinzione. Ma leggendo l’articolo non si trova una sola parola di spiegazione di come si faccia, muovendo dalla considerazione che esiste un numero di attività propriamente umane che distinguono un essere umano da una foglia d’insalata, da un castoro o da un cristallo, come si faccia a lanciare quelle eretiche provocazioni.

Ma forse, essendo tra le altre cose George filosofo di vaglia, capisco in cosa consistano eresia e provocazione. (Ma no: è Fertilio che provoca, riferendo in questi termini. Oppure è il Corriere. Non lo so, però qualcuno provoca: non c’è dubbio)