Oggi, gli anonimi si spiaceranno, è la giornata dei libri non letti. Quello di Zizek sulla violenza sarà il suo prossimo libro, e dunque non l’ho letto. Zizek, professional contrarian, di libri d’altronde secondo il Guardian ne ha già scritti 33. Zizek è anche protagonista di un film, Zizek!, di cui dice che è ben fatto, anche se non sopporta il fatto che sia proprio su di lui, visto che lui si odia (e su cosa doveva essere, un film che s’intitola così?). Dice Zizek che non sopporta di essere una star, che è a Londra per motivi privati, mica perché si proietta il film, dice che non gli va la gente che lo tratta da star perché lo prende per un brillante provocatore, mentre lui non lo fa per provocare, lui pensa seriamente quel che dice (e questo è vero). Lui si vede come uno di quei predicatori che nel vecchio west cercavano di convertire i cow-boys, e non disdegnavano di ricorrere per questo a qualche vecchio trucco (anche Zizek ha dunque i suoi trucchetti). Altri gustosi particolari in cronaca.
(Resta che alla fine Zizek dice una cosa da naufragio con spettatore, confessando di amare sconsideratamente le previsioni metereologiche. E questa, noi che pure siamo cresciuti a pane e Bernacca, è l’unica cosa che non gli perdoneremo mai. Ma come? hai appena detto che credi veramente a quel che dici, insegni che la violenza rivoluzionaria è roba buona, e poi confessi che ti piace pensare in una rassicurante camera d’albergo ai fronti nuvolosi in tempestoso arrivo, ma sotto prudente controllo?)