Una domanda per il Family Day

Oggi c’è il Family Day. Mi pare che tutti convengano che, non ci fossero stati i Dico, non si sarebbe fatto. Dunque la centralità della famiglia, l’importanza della famiglia, il valore della famiglia, le politiche per la famiglia, debbono essere affermate contro la minaccia, reale e simbolica, rappresentata dai Dico. In che modo i Dico rappresentino una minaccia reale è veramente difficile a comprendersi. Pare che si debba ragionare nel modo seguente: se tu affianchi al matrimonio un altro istituto, relativizzi quell’istituto. (Fra l’altro: è un argomento buono contro il divorzio). Ma venerdì, a Otto e mezzo, Ritanna Armeni ha chiesto ad Eugenia Roccella, portavoce della manifestazione, di rispondere in tutta onestà se sarebbe contro i Dico anche se questi non riguardassero persone dello stesso sesso. Sottinteso: confessa, è l’avversione alle unioni omosessuali il problema. La Roccella ha risposto: ma neanche per sogno. Ma cosa vi salta in mente. Bene. Allora io chiedo cosa ella avrebbe contro una legge che prevedesse i Dico solo ed esclusivamente per persone dello stesso sesso. In questo caso, non ci sarebbe alcun rischio di confusione, nessuno metterebbe le due cose sullo stesso piano, perché non sarebbe dato di optare per l’una o per l’altra. Le differenze sarebbero salvaguardate come differenze, e le identità come identità. Gli omosessuali che non possono accedere al matrimonio tradizionale, rigorosamente eterosessuale, e che tuttavia convivono stabilmente (non dimenticate: la stabilità è il valore che la società ha interesse a difendere e promuovere, ci spiegano tutti i difensori della famiglia) avrebbero però i Dico, e la loro unione sarebbe un po’ più stabile. Un passo avanti, dunque. In cosa la famiglia sarebbe minacciata?

Chissà cosa risponderebbe la Roccella.

11 risposte a “Una domanda per il Family Day

  1. io sarei molto d’accordo. se servisse a smascherare l’ipocrisia, forse anche i gay potrebbero sopportare questa ghettizzazione.

  2. l’errore della sinistra e di tutti noi che non siamo di destra è che facciamo passare troppe cose ! ma perchè non partecipavamo tutti al family day? cazzo! avrei voluto tutti lì per dimostrare che la FAMIGLIA è COPPIA CHE SI AMA! vi volevo lì, tutti, froci, lesbiche, conviventi, preti pedofili con chierichetti, cani, vecchi, comunisti, ebre, musulmani! TUTTI PER DIRE: “W LA FAMIGLIA!”

  3. czz, spath, questa sì che era una bella idea

  4. Ineccepibile, Massimo.
    Mi domando se l’aver fatto una sola questione di quelle che forse sono due questioni non sia stato un autogol retorico – per tutti: tanto per chi è pro quanto per chi è contro. Col risultato che si rischia di non poter più parlare davvero della questione (o: dell’una e dell’altra questione). Una legge che tenti di soddisfare il “desiderio di famiglia” (cioè di una unione che si definisca come famiglia) di alcuni e il “desiderio di non-famiglia” (cioè di una unione che non si definisca come famiglia, ma in altro modo) di altri, rischia di essere una legge impossibile: impossibile in quanto retoricamente impossibile da raccontare.
    Sbaglio?

  5. Cosa intendi però per desiderio di non-famiglia: il desiderio di non legarsi con vincoli così saldi come quelli del matrimonio civile? Se intendi questo, e ti riferisce agli eterosessuali conviventi, sono d’accordo. Non mi importa che si chiami famiglia il loro desiderio di vedere riconosciuti alcuni diritti consegenti al vivere insieme, in una forma diversa da quella del matrimonio civile: trovo anzi che non ci sia nulla di male nel differenziare le due situazioni.
    Quanto invece agli omosessuali, nessuno che tenga a stabilità coesione ecc. ecc. potrebbe negare loro, insieme ai Dico, anche i Dico-strong, che per scioglierli ci vuole il divorzio. Anche in questo caso, non vedo obiezioni. Questo desiderio di Dico-strong io lo chiamerei tuttavia desiderio di famiglia, salvo che la legge precluderebbe ancora l’adozione. Non sarebbero famiglia perché non potrebbero avere figli (io invece gli darei pure quelli, ma questa è un’altra faccenda). Però, se debbo parlare del loro desiderio, chi omosessuale volesse un Dico-strong avrebbe un desiderio di famiglia, indipendentemente dalle proibizioni di legge.
    (Ma mi pare che siamo d’accordo)

  6. Sì, siamo d’accordo.

  7. Anch’io sono abbastanza d’accordo. Solo che vorrei vedere, e lo dico fuor di polemica, due omosessuali il cui legame è stabile (Dolce & Gabbana?). E poi vorrei capire l’utile fornito dalla loro stabilità, qualora non si concedesse la possibilità di allevare dei figli. A questo punto, credo che le obiezioni più sensate ai Dico siano esclusivamente di ordine giuridico (perché non migliorare le tutele già garantibili con accordi fra privati?) ed economico (perché non intervenire laddove c’è oggettivamente più bisogno d’intervenire?).

  8. Può darsi non vi sia utile, ma la prima domanda dovrebbe essere: qual è il danno? D’altra parte, l’utile sarebbe lo stesso di quello della legge attuale: non sarebbe dimminuito dal fatto che solo gli omosessuali vi avrebbero accesso. Quanto alla stabilità, hai una ragione per supporre che due eterosessuali conviventi senza vincolo di matrimonio e senza figli resistano di più insieme di due omosessuali? Se sì, quale sarebbe la ragione di questa superiore resistenza? Diamo i Dico, i Dico strong, e vediamo come va. Se poi le coppie omosessuali si dovessero sciogliere come neve al sole (e di nuovo non si capisce perché), quale sarebbe il danno? Non devo invece pensare che proprio perché non ci sono vincoli giuridici si sciolgono più facilmente, e dunque meglio dare i vincoli giuridici (a chi vuol vincolarsi), così la società è più stabile e ordinata?

  9. utente anonimo

    Famiglia: Rutelli, no a prediche
    E’ giusto approvare il ddl sulle unioni civili
    (ANSA)-ROMA,14 MAG- “Sulla famiglia le prediche non vengano da pulpiti bislacchi, visto che spesso arrivano da chi e’ titolare di parecchie famiglie”, dice Rutelli. Il presidente della Margherita, all’assemblea federale, dice anche che e’ giusto approvare il ddl sulle unioni civili “la cui formulazione conclusiva dipende dal Parlamento”. “Noi -ha precisato Rutelli- siamo contrari a qualsiasi accenno di intolleranza verso le persone omosessuali, mentre riaffermiamo l’importanza dell’art.29 della Costituzione”.

    Ecco, andiamo già meglio.

    AD

  10. utente anonimo

    Tutto questo sproloquio per non capire l’ovvia risposta: paura che concedendo un diritto, dopo ne verranno altri. Così si è preferito mettere in scena la teoria degli scacchi di Aaron Nimzowitsch.

    luminamenti

  11. Luminamenti, lasciamo stare Nimzovitch. Oppure no: non lo so. Ma sproloquio una dozzina di righe…

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