Due premesse e una conclusione: così funziona il sillogismo, e così ha ragionato Antonio Scurati su La Stampa: Premessa numero uno: “i media si nutrono ormai prevalentemente del crimine, del disastro, dell’incidente violento”, alimentando costantemente il senso d’insicurezza; premessa numero due: la destra è ritenuta più credibile quando si tratta di soddisfare la domanda di sicurezza; conclusione: “i mass media nel loro insieme fanno il gioco della destra”. Silloggizzando un altro poco, potremmo concludere così: nel mondo contemporaneo, i mass media giocano ormai un ruolo prevalente; i mass media nel loro insieme fanno il gioco della destra; conclusione: il mondo contemporaneo è, nel suo insieme, di destra. Una simile, perentoria conclusione obbliga a riflettere meglio sulle virtù del sillogismo.
Il fatto è che siffatti ragionamenti sono sì corretti, ma non è detto che siano anche veri. La loro verità dipende infatti non solo dalla correttezza del ragionamento, ma anche dalla bontà delle premesse. E le premesse di Scurati sono perlomeno assai dubbie.
Vediamo la prima. Al suo posto, metto questa: i media si nutrono prevalentemente di catastrofismo ambientale, e di allarmi sullo stato del pianeta. Ora proseguo così: la sinistra è più sensibile ai temi ecologici. Concludo: i mass media nel loro insieme fanno il gioco della sinistra. Forse non è abbastanza convincente, ma non è complicato mostrare che i media si nutrono “prevalentemente” di molte cose, che soddisfano la dinamica sensazionalistica e spettacolare tanto bene quanto le paure di Scurati. Ad esempio: i media si nutrono prevalentemente di spettacoli scollacciati, di belle ragazze in copertina, di sesso a go-go. O ancora: i media si nutrono di pettegolezzi, di gossip, di notizie dal buco della serratura. Se è così, se i mass media si nutrono di tutte queste cose (e di altre ancora), è più difficile dire di chi faccia il gioco ma massa di notizie macinata dai media: se della destra o della sinistra. Qualcuno, ad esempio Nanni Moretti, potrebbe dire in verità che anche questa roba è naturaliter di destra, ma non è chiaro perché. Se ha una funzione politica, è grosso modo quella di distrarre, come i circenses di una volta, ma questo giova a chiunque detenga il potere, non importa di quale segno politico. Senza dire che tra le distrazioni ci sono pure quelle sgradite al potere, e che forse non sarebbe da preferire quel paese in cui non ci si potesse mai distrarre.
E siamo alla seconda premessa: anch’essa metta in luce un fenomeno che riguarda la destra non più della sinistra. Alimentare le paure dei cittadini per proporsi poi come la risposta più convincente alla loro domanda di sicurezza è infatti una prerogativa dei regimi autoritari, o piuttosto: è il tratto autoritario proprio, in generale, del funzionamento del politico come tale. A meno di negare l’esistenza di un autoritarismo di sinistra, si vede subito che la conclusione di Scurati è del tutto indebita.
Il sillogismo di Scurati poggia dunque su premesse assai dubbie. Se gli premeva di sostenere che le tecnologie della comunicazione e il sistema dei media non sono politicamente neutrali, gli si può ben dare ragione, rigettando però la traduzione politica spicciola che ne ha fatto. Infine, è il caso di chiedersi se, prima di annettere il sistema dei mass media all’ideologia della destra, non sarebbe stato meglio chiedersi se esso, con tutti i limiti del caso, non faccia anzitutto il gioco delle società aperte, liberali e democratiche, considerato che, come Scurati stesso ricorda, sotto il fascismo la cronaca nera era proibita.