Archivi del giorno: giugno 13, 2007

Connessioni

Leggo su Repubblica che in vista della costituente del partito democratico i cosiddetti Teo-dem si stanno organizzando. La loro corrente, riorganizzata, si chiamerà Modem, movimento democratico.

Ok. Quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare: ADSL, Associazione Democratica per la Sinistra Liberale.

Zizek settanta anni fa

"Noi occidentali siamo gli ultimi uomini, immersi in stupidi piaceri quotidiani; mentre gli estremisti musulmani sono pronti a rischiare tutto, impegnati in una lotta nichilistica fino all’autodistruzione".

Zizek su Nazione indiana. Io non so perché i piacere i quotidiani siano stupidi, però, volendo proprio dar ragione a Zizek domando: e negli anni ’30? Non funziona perfettamente questa cosa coi borghesi pantofolai da una parte, e le camicie brune dall’altra?

[Zizek, grande acrobata dialettico, sull’amore (vedi Sade): "la disinvolta affermazione della sessualità, spogliata da ogni traccia di trascendenza spirituale, si trasforma paradossalmente in un esercizio meccanico privo di autentica passione sensuale"; Zizek sulla tolleranza liberale: "Non abbiamo niente contro l’altro a patto che la sua presenza non sia intrusiva, che l’altro non sia veramente altro"; Zizek sulla religione (vedi Chesterton!!):  "I fanatici difensori della reli­gione fanno lo stesso: hanno cominciato attaccando ferocemente la cultura laica contemporanea e hanno finito per ri­nunciare a qualunque esperienza religiosa significativa" (questi sono ovviamente i nostri, non gli estremisti musulmani di sopra)].

Lo scalone al contrario

L’argomento impiegato da Cremaschi, leader FIOM, ieri sera a Ballarò, per spiegare perché vada tolto lo scalone e lasciata la pensione a 57 anni è degno di nota.

Cremaschi ha detto: ma chi è che va in pensione a 57 anni, e rinuncia a versare contributi per altri cinque anni, e di conseguenza anche a un trattamento pensionistico migliore? Chi davvero non ce la fa più a lavorare. Lasciare lo scalone e portare l’età pensionistica a 60 anni colpisce dunque proprio quei poveri cristi che non scelgono di andare in pensione, a vi sono costretti dalla durezza della condizione lavorativa.

Allora ho una proposta: portiamo l’età pensionabile indietro, a 55 anni. Anzi a 50. O forse a 45. Tanto, chi volete che scelga di andare in pensione e di non versare i contributi? Quelli che a 45 anni non ce la fanno più. Dunque perché costringerli, perché vessarli?

Cremaschi: ottima idea (ovviamente Cremaschi esclude pure che uno vada in pensione e trovi il modo di lavorare lo stesso, pur essendo in pensione, per esempio nella cartolibreria intestata alla moglie).

P.S. Non è che mi occupi di pensioni, di solito. Di argomenti però sì. E già che ci sono: visto che la telefonata di D’Alema a Consorte ha mosso qualcuno a domandarsi se sia di sinistra questo o quello, prego di preoccuparsi di pensare tutto il male possibile della sinistra, ma di definirne (se proprio se ne sente il bisogno) l’identità di sinistra su questioni come le pensioni. La posizione di Cremaschi è per esempio una posizione di sinistra. Conservatrice e di sinistra.