Le vere spoglie di Heidegger

Gentile direttore, su Il Foglio del 20.06.07, Sergio Belardinelli non si rassegna a considerare Heidegger un grande filosofo. Al solito, l’argomento principe è l’oscurità del linguaggio. Belardinelli non se la prende solo con le posizioni politiche del filosofo tedesco, che in effetti riesce complicato difendere, e neppure sostiene, come qualche francese, che la sua filosofia non doveva essere gran che, viste appunto le posizioni politiche che ne poterono discendere. No, è la "qualità filosofica" che proprio non c’è. Ci sono invece e soltanto formule vuote e incantatorie. Può darsi. Desta però in me qualche preoccupazione il fatto che Belardinelli metta nel conto espressioni come "in-essere come tale" ed "essere-nel-mondo" che qualunque studente che abbia letto Essere e Tempo comprende benissimo e difficilmente può trovare oscure o sofistiche o non so cosa. Ma più in generale mi chiedo se davvero Belardinelli consideri oscuro e incomprensibile Essere e Tempo, o i corsi universitari tenuti da Heidegger in quegli anni, spesso di esemplare chiarezza. Siccome qui si tratta solo della "qualità filosofica" di Heidegger – e non dell’interpretazione dell’intero arco del suo pensiero – posso assicurarla che Essere e Tempo basta e avanza per mettere Heidegger tra i grandi filosofi del ‘900. E basta e avanza anche per respingere la strampalata idea di Belardinelli, secondo la quale Heidegger non avrebbe fatto altro che rivendere ai contemporanei  sotto false spoglie la mistica che costoro ignoravano. Suppongo che invece Belardinelli non la ignori. Mi piacerebbe allora sapere in quale mistico troverei le vere spoglie di Essere e Tempo (oppure, tanto per dire, L’origine dell’opera d’arte. O il Kantbuch, o il Nietzsche). Insomma, gentile Direttore, il giudizio di Belardinelli, che a quel che leggo è trent’anni che non si capacita, sembra legato molto superficialmente a certe arditezze linguistiche che qui non ho bisogno di difendere (e che altrove, con lettori meno prevenuti, potrei persino provare a difendere), ma che in ogni caso non coprono l’intera produzione filosofica di Heidegger, e che possono tranquillamente essere messe da parte, senza compromettere la "qualità filosofica" del suo lavoro. Ovviamente ne risentirebbe l’interpretazione complessiva del suo pensiero, e dunque quel che propongo non si può fare. Ma non capisco perché Belardinelli non si accontenti di fornire un’interpretazione complessiva del suo pensiero, magari dicendone peste e corna, e debba invece trattare Heidegger come un insopportabile venditore di fumo.  Uno finisce col pensare che il simile conosce il simile, e che non vede la qualità filosofica chi non vede la filosofia.

(Ho pescato l’articolo grazie a Malvino, che ne riporta stralci. Anche Malvino non si capacita, ma almeno lui non si capacita che esista ancora una cosa che si chiama filosofia. Quanto alla domanda sull’essere e l’ente che Malvino pone, la risposta è no)

12 risposte a “Le vere spoglie di Heidegger

  1. utente anonimo

    Contnuo a chiedermi in quale scritto di Heidegger si troverebbe la frase “per pensare l’Essere lo si deve vivere”, che nell’articolo in questione gli viene attribuita.
    Emilio

  2. utente anonimo

    a non dire che se berardinelli considera ‘mistica’ e non ‘filosofica’ una frase come ‘l’essere è’, be’…forse bisognerebbe consigliargli di frequentare con più attenzione la filosofia (da Parmenide ad Aristotele a Hegel etc.).
    walter

  3. utente anonimo

    pardon, belardinelli
    w.

  4. utente anonimo

    – [ufficiale SS] Che libri leggi in tedesco?
    – [Pietro Chiodi] Sto leggendo Heidegger.
    Max si rivolse all’agente della gestapo, dicendo: – dev’essere uno scrittore comunista, vero? – L’altro guardò l’ufficiale italiano dicendo: – Ja, Ja -.
    (Pietro Chiodi, Banditi)

    speto sia No anche la risposta alla domanda sulla fenomenologia

    girolamo

  5. utente anonimo

    speto=spero (sorry)

    g.

  6. utente anonimo

    ora heidegger lo vendono anche in edicola. buon nome per una birra, comunque: mi dia una heidegger!

  7. utente anonimo

    Quando uscì il libro di Farias su Heidegger, ed io per campare traducevo quello di Bourdieu, mi ero costruito una spilla con su heidegger, e la portavo al bavero della giacca. Un amico, guardndola, mi chiese perché portassi la spilla della birra Moretti

    girolamo

  8. utente anonimo

    Caro Girolamo, col nome che ti ritrovi, l’attività di traduttore era proprio nel tuo destino, no?
    Il venerabile

  9. utente anonimo

    girolamo imbroglia?

  10. utente anonimo

    “Girolamo imbroglia”: In che senso?

    girolamo

  11. utente anonimo

    la frase “per pensare l’Essere lo si deve vivere” se l’è inventata Belardinelli di sana pianta.
    Comunque, Heidegger basta studiarlo – come ha fatto qualsiasi studente di filosofia che abbia dato l’esame di filosofia contemporanea – per capire cosa ha detto. Non mi sembra un gran problema.

  12. utente anonimo

    il sole d’agosto può avermi rimbambito, ma non ricordo di aver scritto l’articolo su Heidegger di cui si parla. Evidentemente deve trattarsi di un mio omonimo o quasi.
    Saluti
    sergio belardinelli

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