Segnalo questo lungo intervento di Umberto Eco, apparso qualche giorno fa sul quotidiano la Repubblica, per la privatissima ragione che esso contiene tutto quello che, a proposito di assoluto e di relativo, di verità e di come le cose stanno, non conterrà il mio libro su Spinoza (se mai lo finirò).
P.S. A Eco rivolgerei solo una domanda (che – beninteso – non c’entra nulla col mio futuro, scandalosissimo libro). La stessa domanda, peraltro, che mi pare rivolga implicitamente qua e là anche lui. E cioè: Eco pensa seriamente che vi sia qualcuno – l’antirelativista di comodo – il quale pensi che gettandosi dall’alto di un grattacielo non si schianterà al suolo? Se non lo pensa, perché spende argomenti per confutare un’opinione che nessuno sostiene? Perché porta come argomento per la sua moderata posizione realistica quel che tutti condividono, che cioè il muro è impenetrabile senza danni fisici da un essere umano? Se tutti condividono questa opinione, in che modo essa può effettivamente connotare una posizione filosofica che si distingua da qualcosa di appena più consistente di qualche sciocca fantasia di comodo?