Italia mia, benché 'l parlar sia indarno

Non ho mai stroncato un libro senza leggerlo e non lo farò nemmeno adesso. Non ho alcun motivo per parlarne male. Dovrei basarmi solo su titolo e copertina, o su un semplice estratto (per esempio: "Alla vista del mustacchio segoso del croato, che dopo esser stato intinto nell’acquavite ora sfregava sul petto della ragazza, Jacopo capì per la prima volta il senso delle lamentazioni patriottiche che parlavano di una patria stuprata. "È lei, è la Patria", si disse Jacopo Izzo Dominioni) oppure su dichiarazioni come questa: "Questo è un libro impegnato, anzi, uno dei romanzi più impegnati pubblicati negli ultimi anni – insieme a Gomorra di Roberto Saviano, non a caso ricordato per affinità [affinità] dallo stesso Scurati –".

Ahimè, troppo poco.

scurati maxi

 

 

 

 

 

 

 

 

Per quanto.

5 risposte a “Italia mia, benché 'l parlar sia indarno

  1. allora ti segnalo lo sdegno della mancuso contro pecorine e pompini risorgimentali e il solito Camillo Langone: “Tu sei un parassita, Scurati, sei una mignatta che succhia il sangue di chi il Risorgimento l’ha fatto davvero e parli di passioni e grandi ideali senza avere conosciuto né il carcere né l’esilio ma solo le terze pagine e i convegni letterari. Tu credi di essere te ma sei solo la nuova Sveva Casati Modigliani”.

  2. Stroncarlo per la copertina, ad esempio?

    girolamo

  3. Diciamo che non lho messa per caso

  4. utente anonimo

    sparatevi

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