Archivi del giorno: ottobre 2, 2007

Abbi dubbi

Io volevo dar torto a Emanuele Severino, che nel dibattito ascoltato su Radio Radicale spiega come la religione abbia sempre, per essenza, un’anima teocratica. Ma poi leggo che nel suo ultimo libro Rino Fisichella, "vescovo apprezzato tanto a destra quanto a sinistra", sostiene che una vera democrazia non può non tenere conto della voce della Chiesa, e più di un dubbio mi assale.

À bout de souffle

(Nelle ultime tre presentazioni di libri a cui ho assistito o che ho ascoltato, il libro andava sempre letto, o non poteva non essere letto, o non si riusciva a leggere se non tutto d’un fiato. E all’anima! Ma pure coi libri bisogna andare per forza di corsa? Qualcuno me lo fa un libro che si sbocconcella poco a poco, senza fretta?)

(Qualcuno che ci pensa c’è, naturalmente)

Lo spirito nella storia

"Al primo posto dobbiamo mettere l’urgente necessità di una riforma della Chiesa. Al secondo posto c’è l’indubbio attacco sferrato alla Chiesa da parte di quei poteri che puntano a ridurla a una forza solo spirituale, priva di incidenza nella storia", Massimo Camisasca, Fondatore della Fraternità sacerdotale di San Borromeo. (Ieri in onda Exit, su La7, con una sezione dedicata ai preti omosessuali e alle loro licenze)

Facciamo che ci riescano. Facciamo che i poteri riescano a ridurre la Chiesa a una forza solo spirituale. Che succede? Di che spirito stiamo parlando? E’ ancora Chiesa di Cristo una Chiesa che fosse ridotta a una forza solo spirituale, o no? Oppure si deve pensare che lo spirito o ha una incidenza nella storia oppure non è? Ma la riduzione: come avviene? Poniamo che al Vaticano, con un sopruso e una soperchieria intollerabili, vengano confiscati tutti i beni, tutte le proprietà, tutti i fondi. Che vengano saccheggiati i palazzi apostolici, e depredate tutte le sacrestie. Sarebbe con ciò ridotta la sua capacità di incidenza nella storia? Chi prega, ha capacità di incidere nella storia? Chi prega in un convento di clausura, ha capacità di incidere nella storia? Io credo che un cristiano debba rispondere di sì, debba cioè difendere una nozione di ‘spirito’, per cui lo spirito è quella cosa che incide nella storia, indipendentemente dalle disponibilità finanziarie. Un cristiano deve pensare che se le disponibilità finiscono e l’obolo di San Pietro si prosciuga, lo spirito troverà il modo di incidere ugualmente: dai conventi, dalle catacombe, da non so dove, ma troverà il modo. Allora non è in questione la presenza dello spirito nella storia – dico dal punto di vista di quel cristiano per il quale lo spirito è incarnazione.Sarà in questione casomai il modo di questa presenza. Ed è più difficle sostenere che questo modo comprenda necessariamente l’esenzione ICI.

(A Hegel che sosteneva in philosophicis una cosa del genere, a scuola gli si obiettava: beh, deducimi allora la penna, la necessità di questa penna. Io credo che Hegel non avrebbe avuto grandi difficoltà a farlo [ed anzi, io a lezione l’ho fatto, in sua vece]. Sicché anche la Chiesa può dedurre l’esenzione ICI dalla presenza dello spirito nella storia, perché no? A patto però di prendersi tutto. A patto che il suo spirito, come quello hegeliano, si sobbarchi la fatica di farsi responsabile di ogni e qualsiasi schifezza si commetta in suo nome).

(E per farmi perdonare, visto che Malvino mette l’impareggiabile musica che stamane mi ha donato un ottimo umore, io vi metto le parole):

Aria
Nulla in mundo pax sincera
sine felle; pura et vera,
dulcis Jesu, est in te.
Inter poenas et tormenta
vivit anima contenta,
casti amoris sola spe.

Recitativo
Blando colore oculos mundus decipit,
at occulto vulnere corda conficit.
Fugiamus ridentem,
vitemus sequentem
has delicias ostentando;
arte secura vellet ludendo
superare.

Aria
Spirat anguis inter flores
et colores explicando tegit fel.
Spirat anguis, sed tegit fel.
Sed occulto factus ore
homo demens in amore
saepe lambit quasi mel.

Alleluia.