Enrico: – Papà, ma viene prima il giorno o prima la notte? -.
Il papà, che ha già provato più volte a spiegare rotazioni e rivoluzioni, fa segno verso l’ovale del lavandino, distingue due archi secondo il verso del beccuccio del sapone liquido, posto al centro del lavandino, e comincia a far ruotare lo spazzolino in aria, lungo la linea dell’ovale. Poi domanda:
– Allora cosa viene prima, il giorno o la notte?
Enrico è perplesso. Renata finisce di far pipì e spiega:
– Ma nessuno dei due! E’ un cerchio, non ha inizio.
Enrico, lamentoso: – Non è vero, viene prima il giorno -.
Papà: – Perché? -.
Enrico: – Perché se non veniva prima il giorno, Dio creava le cose di notte e poteva sbagliare perché di notte non si vede -.
Mi rendo conto che il contesto creazionista non giustifica perfettamente l’accostamento, ma non siamo molto lontani da Aristotele, per il quale non ci furono per un tempo infinito il caos o la notte, ma sempre le medesime cose, o in tondo (ciclicamente), o in altro modo.