Archivi del giorno: novembre 30, 2007

Stella cometa

Quando l’Europa politica è diventata moderna? Più o meno, quando nel 1680 compare nel cielo una cometa, la gente prende paura, e Pierre Bayle ci fa qualche pensierino su, convincendosi della possibilità che esistano al mondo degli atei virtuosi.

(E’ apparsa la nuova enciclica di papa Benedetto XVI. In attesa di leggere, commento la notizia che ne dà il Corriere)

Un carico da undici per giocatori di briscola

Su la Repubblica di oggi, c’è la replica di Habermas a un saggio dell’esimio collega Paolo Flores d’Arcais, dal titolo Le tentazioni della fede. Undici tesi contro Habermas, che apparirà il prossimo sette dicembre su Micromega. Il saggio di Flores è stato parzialmente tradotto e pubblicato da die Zeit, dove compare anche la replica di Habermas tradotta oggi da Repubblica.

Ora, sarebbe molto bello distribuire torti e ragioni. Non avendo però letto le tesi di Flores, sarebbe veramente scorretto lanciarsi in commenti di qualunque natura. Sta però il fatto che la polemica di Flores fa seguito all’intervento pubblico di Habermas a Roma, di poche settimane fa, e che la replica odierna consiste nientepopodimeno che nella mera autocitazione di un paio di passi di quell’intervento all’Eliseo.

Habermas non spreca una parola per nuovamente argomentare. Invita Flores a rileggerlo. E mi getta nell’atroce dubbio che il carico da undici di Flores sia perfettamente inutile. Sicuramente lo è agli occhi di Habermas, e chi sono io per?

Utopia, utopia, sembra che non ci sia

Fredric Jameson su la Republica di ieri spiega perché un’effervescente istanza utopica rispunta in coloro che si oppongono alla globalizzazione (ovvero all’emergente mercato mondiale ovvero all’imperialismo americano e occidentale ovvero all’attuale fase del capitalismo). "Sembrerà paradossale" – dice – ma un tempo i marxisti doc criticavano senza pietà quelle che giudicavano scorciatoie utopiste abbastanza regressive.

A me, invece, non sembra affatto paradossale. E continua a sembrarmi che l’istanza utopica tanto più emerge, quanto più si dipinge la globalizzazione (ovvero ovvero ovvero) come un’unica cosa, un unico blocco, un irrefragabile schiacciasassi. Se è così, in effetti, chi si oppone non può aspirare che a nuovi cieli e nuova terra (e nella misura in cui c’è anche in Marx questa convinzione, l’utopismo c’è anche nel marxismo).

Ad esempio. Se è vero, come scrive Jameson, che "l´universalità invincibile del capitalismo […] smantella instancabile tutti i progressi sociali strappati a partire dalla nascita dei movimenti socialista e comunista, […] limita il welfare, la rete di salvaguardie, il diritto a unirsi in sindacato, i vincoli ambientali alle industrie, […] propone di privatizzare le pensioni e di distruggere quanto si oppone al libero mercato in tutto il mondo" – se questo è vero, se questi sono i termini della questione, capisco che le istanze di criticità debbono necessariamente prendere terreno in un altro mondo. (E se il capitalismo è invincibile in questa forma, mettiamoci l’anima in pace, aggiungerei). Ma questo è vero? Non credo. Se infatti domandiamo: i vincoli ambientali alle industrie sono maggiori o minori di 50 anni fa?, la risposta potrebbe essere: da noi maggiori, in Cina forse minori (o assenti, ieri come oggi). E il diritto di unirsi al sindacato? Da noi mi pare abbastanza stabile, in altre parti del mondo faticosamente in aumento. Ma il welfare, almeno? Certo da noi si va restringendo, immagino. Ma, di nuovo, mi pare difficile sostenere che nel resto del mondo si va parimenti restringendo coll’avanzare progressivo del capitalismo, né si può descrivere lo sviluppo in Occidente del capitalismo come un’unica traiettoria, di progressiva maturazione del capitalismo e progressiva restrizione di diritti e prestazioni sociali. Tutt’altro. E allora: perché non pensare che le faccende sono un po’ più complicate di queste storie a senso unico?

(Segnalo che la ricerca "jameson" su Repubblica.it non produce alcun risultato per Fredric, e qualche interessante risultato per Jenna Jameson. Ah l’utopia!)

In memoria

Una pagina dell’Associazione Scacchistica Italiana Giocatori per Corrispondenza.