Archivi del giorno: gennaio 10, 2008

L'etichetta etica

Cos’è un tema eticamente sensibile? Boh. Se qualcuno proponesse di abolire l’assistenza sanitaria, abolirla punto e basta, avanzerebbe una proposta su un tema eticamente sensibile o no? Se qualcuno proponesse di dichiarare guerra alla Slovenia, avanzerebbe una proposta su un tema eticamente sensibile, o no? Oppure dichiarar guerra non interpella la sensibilità di nessuno? Se qualcuno proponesse di vietare agli extracomunitari l’accesso agli stadi di calcio, o l’edificazione di templi dedicati alla dea Kahlì, avanzerebbe una proposta di qualche significato etico? Se qualcuno proponesse l’ineleggibilità di persone che abbiano scontato una pena detentiva per una certa tipologia di reati, c’è qualcuno che non giudicherebbe la cosa di qualche rilevanza etica, indipendentemente dal favore o dalla contrarietà alla proposta?

C’era scritto nell’appello di ieri, e lo ripete Ignazio Marino oggi: passano per questioni eticamente sensibili cose che andrebbero ascritte al tema dei diritti civili. Si potrebbe però proporre la definizione seguente:è eticamente sensibile quel tema sul quale un tempo non c’era da prendere una qualche decisione politica, mentre ora non solo si può, ma persino si deve. Eticamente sensibili sono dunque i temi sui quali la politica ha il fiato corto, nel senso che non si è ancora costruita una sua propria legittimità in materia (mentre in tema di pensioni o di guerra è già acquisito che la politica sia chiamata a decidere).

Ma se è così, e senza prefigurare già contenuto e senso della decisione politica, voi vi augurate che la politica se la costruisca, una simile legittimità, oppure no? Voi siete per: sulla vita non si vota (dopo, magari, che s’è votata una legge), oppure no? Io no: io auspico fortemente che la politica si dia tutta la legittimità possibile, per decidere. E perciò non sono contento se il Partito Democratico si affanna a trovare il maggior numero di problemi sui quali apporre l’etichetta "attenzione: tema eticamente sensibile, obiezioni di coscienza in vista".

Lo stato delle cose

Dal 1997 a oggi, stiamo meglio o stiamo peggio? Alla difficile domanda danno risposta dieci filosofi. Vi riassumo brutalmente le loro risposte:

Simon Blackburn: peggio. Aumenta il numero di filosofi che mascherano i loro pregiudizi con il nome di apriori. Jerry Fodor: meglio. Diminuisce il numero di filosofi che spacciano per apriori i loropregiudizi.  Jakko Hintikka. peggio. Qua si continua con la letteratura secondaria su, e di primario, cioè di idee fresche e nuove neanche l’ombra. MacIntyre: molto peggio. Se scomparisse la filosofia degli ultimi dieci anni, chi se ne accorgerebbe? Colin McGinn: un po’ meglio un po’ peggio. Meno scuole, ma anche meno idee. Nussbaum: un po’ meglio un po’ peggio: pochi sbocchi professionali. La qualità in moral philosophy è maggiore, ma i giovani filosofi farebbero bene a leggere meno e viaggiare di più. John Searle: un po’ meglio, grazie alla globalizzazione. Peter Singer: decisamente meglio. Ci leggono anche i non filosofi.

Avrete capito che si tratta dello stato della filosofia as a profession oggi. Aggiungo adesso il mio parere: decisamente peggio. Se si mette a far bilanci ogni 10 anni.

Cinema, frenetica passion

Non mi era mai accaduto, ma c’è sempre una prima volta. Saranno state le sette, sette e dieci di sera: non un orario impossibile. Eppure, è successo: mi sono addormentato al cinema. E quel che è peggio, mia figlia se ne è accorta, e ha urlato scandalizzata: Papà!!

Io sono sobbalzato, e rosso di vergogna ho ripreso a guardare con maggiore applicazione il film (qui il sito ufficiale

(E come se non bastasse: 1. mio figlio mi ha chiesto quando andiamo a vedere il film dei gormiti, non importa che non l’abbiano ancora girato; 2. stasera ho visto in tv la mia prima (e unica) scena di Harry Potter, e non vuoi che debba assistere alla "spettacolare sequenza della partita a scacchi", cioè alla più grossolana, improbabile e grammaticalmente scorretta rappresentazione di una partita a scacchi che io ricordi? Ma è così pure nel libro?)