Archivi del giorno: gennaio 18, 2008

Death of a Legend

E’ morto Bobby Fischer. Colui che vinse il campionato mondiale di scacchi nel 1972, in una sfida epica contro Boris Spassky. Di cui conservo qualche memoria: perché quell’anno imparai a giocare a scacchi, e perché a casa mia si faceva il tifo. E il libro 60 partite da ricordare divenne un classico anche a casa mia. Che razza di tipo fosse Bobby Fischer è egregiamente detto qui.

But the show must go on, e, dopo un minuto di silenzio sui campi di gioco, a Wijk aan Zee è ripreso il torneo. Uno dei tornei più forti della storia, con 11 dei primi 15 giocatori al mondo (graduatoria Fide). Mi ha fatto una certa impressione apprendere anche che, a fianco dei tornei principali,si tiene anche un quadrangolare onorario fra quattro vecchie glorie, di quelle che appunto riempivano le riviste di scacchi quando io giocavo: Kortchnoi, Portisch, Ljubojevic, Timman. Ah, nostalgia canaglia.

P.S. Non lo segnalo mai, ma il blog scacchierando è veramente ben fatto.

Sandro Bondi: lo statista. E l'uomo.

A dicembre ho seguito molto poco i blog e i giornali. Non potevo sospettare che, mentre io leggevo a ragion veduta Patrimonio di Philip Roth e, al di là dei meriti letterari del libro, mi riconciliavo con il potere della parola, il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi pensosamente recensiva, il 29 dicembre, lo stesso libro sulle pagine de Il Foglio, soffermandosi in particolare su "quell’oscura sensazione della mancanza di senso e della solitudine che percorre ossessivamente tutto il libro di Roth, nel quale è assente ogni sia pur flebile ricerca del senso della vita e della sofferenza. Non c’è scampo per l’uomo: ogni scelta, ogni sentimento viene trattato con cruda indifferenza come sul tavolo anatomico di un medico".

Questo Bondi deve avere una straordinaria intelligenza politica. Non c’è altra spiegazione. Per il resto, se gli riesce, leggendo Patrimonio, di percepire solo cruda indifferenza, e questo perché Roth non va in cerca di un senso della vita e della sofferenza (di un senso che trascenda alla grande la vita e la sofferenza), mi sia consentito di dubitare molto delle sue doti intellettuali applicate a qualsiasi altra dimensione della vita umana.

Vorrei essere più cattivo. Io sono sicuro che ci sono tanti credenti, che hanno sicuramente minore intelligenza politica di Bondi, ai quali riesce però di comprendere quanta stupidità vi sia in un simile modo di leggere i libri, di accostarsi alla sofferenza, e  di scaldarsi il cuore.

P.S. Sul Foglio, era già uscita una recensione di Nicoletta Tiliacos.

Ratio inversa

Su Il Foglio il professor De Marco dedica una notevole analisi all’accostamento moratoria sull’aborto/moratoria della pena di morte comportato dall’iniziativa di Ferrara. Se la prende con le resistenze scandalizzate e risentite non dell’opinione più o meno liberal, radicaleggiante, veterofemminista e altre zozzerie nichiliste varie, ma con gente come Cacciari che dovrebbe conoscere e frequentare la grande cultura morale e giuridica occidentale.

Infatti: "La cultura morale e giuridica occidentale individuava certamente una simmetria o una ratio inversa nel’allineare aborto e pena di morte, ma in tutt’altra direzione". E cioè: questa grande cultura non ha mai messo in dubbio "la legittimità del dare secondo regole la morte al reo", da parte naturalmente non dell’individuo, ma del potere sovrano. Se qualcosa deve dunque venire in dubbio, e la legittimità di abortire. Ma il fatto è che abbiamo stravolto ogni cosa, e non abbiamo più i cosiddetti per dare la morte al reo, e perciò ce la prendiamo, per rivalsa, con l’innocente, a cui sappiamo dare la morte con facilità nel grembo della madre. E’ proprio il contrario di quel che s’ha da fare!

E hai voglia ad appoggiarti al diritto naturale. Il diritto naturale (altrimenti detto: la Norma) distingue tra pubblico e privato, indviduale e statale, e invece con questa moratoria sulla pena di morte, s’è prodotta un’indebita estensione del punto di vista soggettivo/individuale/liberale sull’ordinamento statuale, che ha offuscato la distinzione. E la distinzione offuscata significa anche che la donna, perbacco, decide lei, alla faccia della Norma. Come se, horribile dictu, diritto naturale significasse tout court diritti fondamentali degli individui.

Io credo che De Marco abbia ragione. Io credo che Ferrara, che sta preparando la lettera da inviare all’ONU, snervante forma burocratica del nichilismo giuridico internazionale, dovrebbe collegarsi un po’ meglio alla grande cultura morale e giuridica dell’Occidente, contrastare un po’ meglio il nichilismo, far presente la robusta ratio inversa, e proporre, insieme alla moratoria sull’aborto, l’urgente ripristino della pena di morte in tutta Europa.