Sandro Bondi: lo statista. E l'uomo.

A dicembre ho seguito molto poco i blog e i giornali. Non potevo sospettare che, mentre io leggevo a ragion veduta Patrimonio di Philip Roth e, al di là dei meriti letterari del libro, mi riconciliavo con il potere della parola, il coordinatore di Forza Italia Sandro Bondi pensosamente recensiva, il 29 dicembre, lo stesso libro sulle pagine de Il Foglio, soffermandosi in particolare su "quell’oscura sensazione della mancanza di senso e della solitudine che percorre ossessivamente tutto il libro di Roth, nel quale è assente ogni sia pur flebile ricerca del senso della vita e della sofferenza. Non c’è scampo per l’uomo: ogni scelta, ogni sentimento viene trattato con cruda indifferenza come sul tavolo anatomico di un medico".

Questo Bondi deve avere una straordinaria intelligenza politica. Non c’è altra spiegazione. Per il resto, se gli riesce, leggendo Patrimonio, di percepire solo cruda indifferenza, e questo perché Roth non va in cerca di un senso della vita e della sofferenza (di un senso che trascenda alla grande la vita e la sofferenza), mi sia consentito di dubitare molto delle sue doti intellettuali applicate a qualsiasi altra dimensione della vita umana.

Vorrei essere più cattivo. Io sono sicuro che ci sono tanti credenti, che hanno sicuramente minore intelligenza politica di Bondi, ai quali riesce però di comprendere quanta stupidità vi sia in un simile modo di leggere i libri, di accostarsi alla sofferenza, e  di scaldarsi il cuore.

P.S. Sul Foglio, era già uscita una recensione di Nicoletta Tiliacos.

2 risposte a “Sandro Bondi: lo statista. E l'uomo.

  1. Spero che non mi quereli, ma è veramente galoppante

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