Archivi del giorno: febbraio 9, 2008

Lo stupido orrore, il testo

Che si tratti di un blog non ha molta importanza. Che la lista di proscrizione dei professori ebrei accusati di fare lobby a favore dei sionisti sia comparsa on line piuttosto che su un foglio di giornale non cambia l’orribile sostanza della cosa. Non diminuisce la preoccupazione, e non accusa la rete più di quanto avrebbe accusato, nell’altro caso, la carta stampata. Non la cambia granché neppure il fatto che la lista sia compilata maldestramente, e che forse dietro non vi sia un gruppo o un associazione, ma uno o due individui singoli. Non la cambia perché purtroppo di segnali del genere ve ne sono più d’uno, e anche se questo caso fosse solo l’iniziativa di pochi balordi, sarebbe un episodio forse meno grave che si aggiunge però ad altri episodi più gravi.
I quali tutti sono raccolti con perizia proprio nel blog in questione. Tutto ciò che può rinfocolare l’antisemitismo, a qualunque titolo, è lì rappresentato: le polemiche suscitate lo scorso anno dal libro di Ariel Toaff, “Pasqua di sangue”, che discuteva i fondamenti storici dell’omicidio di bambini cristiani a scopo rituale in età medievale da parte di ebrei, la compilazione di un’altra lista, abbastanza raffazzonata, quella degli “affaristi ebrei nel mondo”, il boicottaggio – promosso da frange dell’estrema sinistra torinese – della XXI edizione della Fiera del Libro di Torino, che ha come ospite d’onore la letteratura israeliana, in occasione dei sessant’anni dalla nascita dello Stato di Israele; la conferenza che lo storico negazionista francese Robert Faurisson ha tenuto a Teheran, al convegno voluto dal presidente iraniano Ahmadinhejad per avviare un dibattito serio sul “revisionismo olocaustico”.
Un dibattito serio. Tra opinioni a confronto. L’ha detto pure Slavoj Zizek, il nuovo guru del pensiero critico, brillante e profondo, il quale però ha lo stesso vergognoso cruccio dell’anonimo estensore del blog: l’Occidente tollerante, che dice di rispettare tutte le opinioni, ha in realtà qualche nervo scoperto, qualche inconfessabile tabù, e anche se predica bene, affermando in linea di principio che tutte le opinioni sono parimenti rispettabili, razzola male, non tollerando che l’opinione negazionista sulla Shoa sia espressa allo stesso titolo di altre. Forse a Zizek non basterebbe specchiarsi nello stupido orrore del blog balzato agli onori della cronaca, per accorgersi che il rispetto dell’altrui opinione non è sinonimo di indifferenza alla verità dei fatti, o di indecente arbitrio nel falsificarla. E anche se la spregiudicatezza intellettuale è un bene prezioso dell’Occidente democratico, che va strenuamente difeso, non va difesa né va ammirata la spudoratezza che talvolta ad essa si accompagna.
Bene ha fatto dunque il ministro Amato, a seguito della denuncia presentata alla polizia postale, a disporre immediati accertamenti: esprimere un’opinione, specie se critica, è tanto più possibile, quanto meglio essa si distingue dall’istigazione all’odio razziale. Bene fa l’opinione pubblica a salutare calorosamente la letteratura, i libri e gli autori che alla Fiera di Torino (così come a marzo al Salon du Livre di Parigi) saranno festeggiati da tutti coloro che i libri e la letteratura amano. E bene farebbe Tariq Ramadan, il discusso intellettuale musulmano che in quest’ultima circostanza si è pronunciato a favore del boicottaggio, definendo “un’orrenda provocazione” l’invito ad Israele, perché riconsideri la sua posizione, e non dica il falso affermando che in Francia o in Germania è impossibile criticare Israele. In Italia e in Europa si discute e ci si accapiglia sullo spazio e l’udienza che occorre dare alle sue posizioni, giudicandole nel merito, senza farsi condizionare dalle “liaisons dangereuses” che per alcuni intratterebbe con ambienti estremisti. E’ paradossale che in Italia ci si batta perché lui abbia la parola, proprio mentre lui volentieri la ritirerebbe ad altri. (Il mattino di oggi)

Ringraziamenti un po' sentimentali

In mezzo alle fregnacce intimiste del quadernino di Francesco Cundari trovasi segnalazione di Una passione senza misura, in cui si sostiene l’insostenibile a proposito del saggio su Pascal. Che cioè sarebbe un gran bel saggio. Invece non lo è, e lo è piuttosto il post. (Oppure lo è, ma resta il fatto che è il meno bello del libro). A Francesco avevo effettivamente chiesto, come dice, di guardare il saggio su Spinoza, non perché fosse il migliore, ma perché è un pezzettino del futuro libro. (Che prima o poi vedrà la luce, e il mondo cambierà). Lui dice che non è che si (o ne) capisca, e anche in questo caso non posso non dargli torto – non so bene se sul ‘si’ o sul ne’, urgente è che gli dia torto. E che lo ringrazi.

Ma nel libro c’è anche un altro saggio che fa capolino in rete. Lo trovo infatti nell’esergo, con tanto di link al vecchio e trascurato capodivisione Tuzzi (che ne aveva una prima versione), a una nuova, interessantissima opera di Carlo Dalcielo, al quale quel saggio era dedicato. Urge invio del libro a Giulio Mozzi, che insieme a Bruno Lorini è il creatore di Carlo. E urge ringraziamento.

Lo stupido orrore

Quando, quasi alla fine della nona ora di lezione, ieri sono riuscito a riformulare l’antica problema metafisica, viene prima l’uovo o la gallina, di maniera che riuscisse finalmente perspicuo e soprattutto rinnovato nei suoi fondamenti, ho capito che la giornata si era effettivamente conclusa. La riformulazione suonava infatti così: "viene prima la sedia o il sedere?", e lo studente coi baffi (era proprio uno studente coi baffi) si è chiesto se almeno su questo non potessero pensare di avere una risposta netta e inequivoca, diversa dal veltroniano ‘ma anche’ con cui li avevo angustiati fino a quel momento.

Ho smesso, dunque, e da un gelido internet point di Sora più disadorno di una camera mortuaria ho scritto l’articolo per il Mattino su questa cosa qua.

(Voi direte, ma come, ti ricordi lo studente coi baffi? Se è per questo, mi ricordo una per una tutte le facce degli studenti. Che erano due).