Archivi del giorno: febbraio 26, 2008

Daniel Mendelsohn

"Al Museo dell’Olocausto di Washington hanno allestito un carro bestiame, simile a quello su cui deportavano gli ebrei. La gente ci sale su, poi va a prendere un’insalata di pollo alla caffetteria attigua e sospira: "Ora ho capito cosa è successo agli ebrei". E’ disgustoso. D’altra parte, perché stupirsi? L’Olocausto non è un’esperienza americana. Tutto quello che noi sappiamo è di seconda mano". "Non sono tra coloro che pensano che la poesia sia finita dopo Auschwitz, credo semmai che l’arte sia il modo più discreto e incisivo per esplorare l’inesplorabile. Vuoi sapere cosa significa sopravvivere allo sterminio del tuo popolo? Leggi la storia di Noè. Vuoi comprendere cosa significa ammazzare un fratello? Per questo c’è Caino e Abele. Vuoi sapere perché la gente volla lo sguardo al passato? Rifletti sulla moglie di Lot".

"Io prendo dannatamente sul serio la civilizzazione. Per molti è insopportabie che molti la ritengano un gioco". "L’intricatezza della prosa è un riflesso dell’ossessione per l’oralità. Una cosa ereditata dai classici,da Omero a Erodoto. Loro ti insegnano che quando racconti una storia sei tenuto a fermarti, spiegare, fare un passo avanti e un paio indietro". "Sapevo che la differenza tra una storia interessante e una storia trascurabile equivale alla differenza che c’è tra letteratura e cronaca. Non è detto che un fatto vero esprima alcuna verità. E talvolta la verità ha bisogno dell’immaginazione per affermarsi".

Daniel Mendelsohn a colloquio con Alessandro Piperno, sul Corriere di oggi. Non online (credo). Sono così vicino a questo modo di intendere la letteratura, che mi son preso la briga di copiare. Direi solo che se per capire il significato profondo di questo o di quello c’è differenza fra il salire sul carro bestiame e il leggere di Caino e Abele e perché solo nel secondo caso si comprende almeno quanto non si comprenda, mentre nel primo si comprende tutto (quello che è comprensibile), e perciò non si comprende affatto.

(Il libro di Mendelsohn che dà occasione alla conversazione è Gli scomparsi).