Archivi del giorno: febbraio 27, 2008

Pietanze

L’articolo di cui sotto:

Come si preparano le pietanze politiche? Con la salsa pannelliana, a quanto pare, non vanno facilmente giù. Vengono fuori pasticci, e quelli che, nel mondo cattolico, fra i teodem e i popolari, non digeriscono l’accordo tra i radicali e il partito democratico si lamentano più di quanto probabilmente Veltroni si aspettasse. Eppure le ragioni sono dalla parte di quest’ultimo, poiché l’accordo raggiunto non modifica né stravolge la cornice che il pd si è dato per trovare un terreno di discussione e di confronto sui temi eticamente sensibili. Quella cornice, approvata all’unanimità, ha preso la forma di un manifesto dei valori, nel quale si ribadisce con inequivoca nettezza il principio costituzionale della laicità dello Stato. Il manifesto afferma che la laicità è una garanzia per l’esercizio dei diritti e dei doveri di tutti ed è la condizione, non neutralmente indifferente, perché “culture e concezioni ideali diverse non solo convivano ma si ascoltino”. Il manifesto riconosce la rilevanza “pubblica, e non solo privata” delle religioni, ma pari riconoscimento tributa a ogni convincimento filosofico ed etico, il che significa che non si richiederà ai teologi o ai filosofi di confinare le loro convinzioni ultime nel foro interno della coscienza individuale, ma neppure si pretenderà di sacrificare il pluralismo delle visioni etiche e religiose all’uniformità di un’unica dottrina.
Nessuna novità, dunque. Nessuna deriva laicista (qualunque cosa la deriva laicista sia). Veltroni lo ha ribadito ancora ieri. Si è stupito delle reazioni, e allo stupore ha aggiunto una maliziosa considerazione: come mai analoga levata di scudi non si ebbe nel 2001, quando con il polo delle libertà si schierò “Pannella (e non la Bonino, Pannella)”? Alla domanda di Veltroni risponderanno i posteri, forse, ma intanto la distinzione fra Emma Bonino e Marco Pannella colpisce ugualmente. La Bonino vanta infatti un indiscutibile capitale di credibilità, sia interno che internazionale. Ma in nessun modo questo capitale è stato accumulato distinguendosi dai furori laicisti di Pannella. D’altra parte, è difficile pensare di dividere i radicali fra governativi e movimentisti, collocando magari la Bonino sulla prima, più quieta sponda, e Pannella, invece, ad agitarsi sulla seconda. Candidare l’una dovrebbe valere dunque quanto candidare l’altro. L’iniezione di laicità dovrebbe essere la stessa. E invece no.
Il fatto è che l’imbarazzo nei confronti dei radicali è stato ed è, a torto o a ragione, un imbarazzo anche nei confronti del modo in cui hanno condotto in passato e ancora conducono le loro battaglie politiche. Nel panorama politico italiano, il partito radicale è stato infatti una presenza beneficamente eretica, a volte sino allo scandalo, ma anche carismatica e settaria. Distinguendo Bonino da Pannella, Veltroni tenta l’impresa (finora mai riuscita) di portare il fermento delle iniziative radicali dentro un contenitore più ampio, nel quale non possono più riproporsi nelle forme narcisistiche e spesso autoreferenziali in cui venivano finora condotte.
Può darsi che in questo modo la pietanza abbia ancora un gusto troppo speziato, ma questo vorrà allora dire, probabilmente, che sono gli ingredienti del partito democratico ad essere abbastanza scipiti. Non può essere infatti la difesa della legge 194, il testamento biologico, la legge 40 sulla fecondazione artificiale o le coppie di fatto il terreno sul quale non è possibile trovare un terreno d’intesa con i radicali, dentro la cornice laica e le dinamiche di partito del pd. Questi temi saranno pure eticamente sensibili, richiederanno pure le obiezioni di coscienza di taluno, ma sono anche, in buona parte, materia di riconoscimento di diritti fondamentali, sui quali il partito democratico farebbe bene a non arretrare troppo. A non arretrare, almeno, più indietro di quanto la società italiana non sia nel suo complesso avanzata negli ultimi anni: non solitariamente, ma insieme a tanta parte del mondo moderno.

Il Pd diviso sulla trincea della laicità

Sul Mattino, ore 14. (Che nelle mie intenzioni la divisione doveva passare anzitutto nella cosa radicale, e la laicità non doveva essere una trincea)