Grazie a Malvino, leggo che secondo Francesco D’Agostino (Quel tranello rende plausibile l’eutanasia), “l’autonomia, per essere esercitata nella sua pienezza, richiede serenità di giudizio, fermezza d’animo, ridottissima emotività, informazione compiuta in merito al contesto in cui si deve assumere la decisione”. L’unico modo per tenere in piedi queste parole per un tempo superiore a quello della loro lettura è attribuire all’inciso "nella sua pienezza" questo significato estensivo: "in quei casi in cui la posta in gioco è talmente alta che bisogna essere sicuri che ogni decisione venga presa in maniera completamente autonoma". Uno di quei casi sarebbe appunto l’eutanasia.
Ma anche così non funziona. Suponiamo infatti di essere novelli sposi, e di voler avere un figlio. Ne va della vita di una persona: il caso mi pare rilevante. Mi pare proprio uno di quei casi straordinari. Ora, ignoro quale esperienza abbia Francesco D’Agostino al riguardo, ma a me è sempre risultato molto difficile, nei momenti decisivi, mantenere serenità di giudizio, fermezza d’animo, e soprattutto ridottissima emotività. Di autonomia ce n’era davvero pochina, in quei casi lì. Sicché è difficile qualificare come "autentica e affidabile" la mia volontà di avere figli. Avrei dovuto affidare a qualche superiorie autorità eticamente qualificata la mia decisione di far figli: non è un bel risultato.
(E per il resto – ed è in verità il punto rilevante – quest’idea che l’autonomia richieda la temperatura di zero gradi centigradi delle emozioni, che si è completamente autonomi solo quando le emozioni sono azzerate, cioè quando non si è più esseri umani, è veramente deprimente).