Archivi del giorno: aprile 19, 2008

Domani no, sarebbe impossibile

La vita media dei miei occhiali quest’oggi si è abbassata drasticamente, grazie a un poderoso colpo di testa di Mauro. Ormai siamo abbondantemente sotto l’anno, anzi: sotto i sei mesi. Poiché si tratta del capo di abbigliamento più costoso che io indossi, pari a circa metà stipendio, devo confessare che la cosa desta fondatamente in me (e non solo in me) più di una preoccupazione.

(Per giunta, in attesa della visita oculistica, ho pensato bene di acquistare i miei primi occhiali da presbite. E poiché domattina non mi sveglierò alle sei per fare un po’ di corsetta, o una sgambata in bicicletta di cinquanta chilometri, sarebbe impossibile, temo proprio di dover considerare di essere ormai definitivamente approdato alla mezza età)

Decolli

"il nostro pensiero si rivolge al modo in cui i risultati delle scoperte della ricerca scientifica e tecnologica sono stati talvolta applicati. Nonostante gli enormi benefici che l’umanità può trarne, alcuni aspetti di tale applicazione rappresentano una chiara violazione dell’ordine della creazione, sino al punto in cui non soltanto viene contraddetto il carattere sacro della vita, ma la stessa persona umana e la famiglia vengono derubate della loro identità naturale. Allo stesso modo, l’azione internazionale volta a preservare l’ambiente e a proteggere le varie forme di vita sulla terra non deve garantire soltanto un uso razionale della tecnologia e della scienza, ma deve anche riscoprire l’autentica immagine della creazione. Questo non richiede mai una scelta da farsi tra scienza ed etica: piuttosto si tratta di adottare un metodo scientifico che sia veramente rispettoso degli imperativi etici".

Non sono sicuro di comprendere bene il significato di questo passaggio del discorso che Papa Benedetto XVI, decollato da Roma e atterrato a New York, ha tenuto a Palazzo di Vetro. Il Papa dice: non solo "un uso razionale della tecnologia e della scienza, ma anche la riscoperta dell’autentica immagine della creazione". Non si tratta di scegliere tra scienza ed etica, il che credo significhi che non si tratta solo di non proseguire nella ricerca scientifica o forse di arrestarsi nell’applicazione delle scoperte della ricerca scientifica per motivi etici, ma proprio di un metodo scientifico-etico (non so come dire), che incorpori dentro di sé imperativi etici, come se cioè la violazione di quegli imperativi comportasse una violazione dello stesso metodo scientifico. In base alla corrente idea di metodo scientifico, la faccenda è complicata assai. Ma Papa Benedetto XVI non auspica solo che dinanzi a risultati, scoperte e applicazioni ci si fermi, e ci si chieda se il loro uso sia razionale, chiede proprio un altro metodo, un’altra scienza, un’altra episteme, qualcosa che tenga insieme e incolli nuovamente tra loro scienza ed etica. Le quali naturalmente non sarebbero più la scienza e l’etica qual sono ora che si sono scollate, ma sarebbero ricomprese in qualcosa che, non essendo più né scienza né etica, potrebbe essere – per dirla con un’antica parola – filosofia.

Il guaio è che manca la colla: quella filosofia non esiste più, è stata decollata, né prende a esistere perché ci piacerebbe. (Non esiste più, però capisco che invece per il Papa esista sempre).