Approfitto del passaggio della prolusione di mons. Bagnasco riportato da Sandro Magister sul suo blog, Settimo Cielo. Lo riporto anch’io:
"Esprimere liberamente la propria fede, partecipare in nome del Vangelo al dibattito pubblico, portare serenamente il proprio contributo nella formazione degli orientamenti politico-legislativi, accettando sempre le decisioni prese dalla maggioranza: ecco ciò che non può mai essere scambiato per una minaccia alla laicità dello Stato. Né in America né in Europa. La Chiesa non vuole imporre a nessuno una morale ‘religiosa’: infatti essa enuncia da sempre – insieme a principi tipicamente religiosi – i valori fondamentali che definiscono la persona, cuore della società. Proprio perché fondativi, essi sono di ordine naturale, radicati cioè nell’essere stesso dell’uomo, anche se il Vangelo li assume e rilancia illuminandoli di luce ulteriore e piena”.
Questa è o sarebbe secondo Magister la "replica all’accusa di lesa laicità scagliata da Massimo D’Alema contro la Chiesa". Ora vado sul sito di Radio Radicale, e ascolto la puntualizzazione di D’Alema, in risposta a una questione analoga posta da Charles Larmore:
"Non è in questione il riconoscimento dell’apporto positivo che la presenza dei cattolici nella vita pubblica ha dato e dà. E certamente sarebbe, oltre che sbagliato, illusorio pretendere di confinare la dimensione religiosa semplicemente nella sfera individuale e privata e, ripeto, in un paese come il nostro un dibattito di questo tipo non avrebbe neppure molto senso. Il problema è un po’ più complesso e riguarda…"
Se vorrà, Magister potrà trovare il seguito sul sito di Radioradicale: immagino infatti che non l’abbia finora ascoltato. Ed è perciò, per una simpatica ritorsione, che mi fermo qui. Ma mi fermo qui anche perché, se pure dopo queste parole D’Alema avesse detto che la Chiesa è l’Anticristo trionfante, e nonostante i titoli dei giornali sulla demoniaca tentazione del potere, ben difficilmente, lette queste parole, si potrebbe ritenere, come sembra ritenere il Bagnasco riportato da Magister, che la questione della lesa lacità stia nel potere o non potere i credenti esprimere liberamente la propria fede. La Chiesa enuncia, e nessuno contesta il diritto di alcuno di enunciare. Far finta che si contesti il fatto che la Chiesa enunci è, mi si permetta l’enunciazione, ridicolo.
(Però mi rendo conto che avrei fatto prima se vi avessi linkato subito lo splendido articolo di Francesco Cundari sulla tentazione demoniaca della filosofia).
P.S. Avrei bisogno peraltro, per comprendere bene le parole di mons. Bagnasco, che mi si spiegasse che cosa significa e cosa comporti "accettare sempre le decisioni prese dalla maggioranza". Io, infatti, sono un po’ meno democratico di mons. Bagnasco. Non è nella maggioranza come tale, infatti, che sta la garanzia del rispetto della libertà religiosa. Né sono sicuro, peraltro, che mons. Bagnasco manterrebbe il "sempre" anche quando le decisioni prese a maggioranza compromettessero "i valori fondamentali che definiscono la persona, cuore della società". Ma di questo, magari, un’altra volta