Archivi del giorno: gennaio 27, 2009

M'ingerisco

M’ingerisco solo un momento negli affari della Chiesa, a proposito della revoca della scomunica dei quattro vescovi lefebvriani. Tutti a prendersela col povero Williamson, che in materie che non impegnano la sua autorità di vescovo ha idee storicamente un po’ ardite e alquanto negazioniste, o col Papa, che giustamente non chiede conto di queste arditezze perché non c’entrano nulla con la comunione della Chiesa appena ritrovata.
Io no. Io ho letto la remissione della scomunica: è tutto in ordine. Fellay riconosce il primato di Pietro, e il successore di Pietro revoca conseguentemente la scomunica. Molto bene: è la storia della pecorella smarrita, suppongo.

Ora però mi piacerebbe solo sapere, a margine, che giudizio dia l’attuale Pontefice di uno dei momenti più significativi (più ‘spirituali’) del papato di Wojtyla. Ecco quello che ne pensava (e, forse, ne pensi ancora) mons. Fellay, il capo dei lefebvriani (o, più rispettosamente, il Superiore Generale della Fraternita’ Sacerdotale San Pio X):

"Il Papa Giovanni Paolo II convoca le grandi religioni del mondo, e in particolare i musulmani, ad una grande riunione di preghiera ad Assisi, nello spirito della prima riunione che si tenne nel 1986 per la pace. 
Questo avvenimento provoca la nostra profonda indignazione e la nostra riprovazione.
Perché offende Dio e il suo primo comandamento.
Perché nega l’unicità della Chiesa e della sua missione salvifica.
Perché conduce i fedeli direttamente all’errore dell’indifferentismo.
Perché inganna gli sventurati infedeli e i seguaci delle altre religioni".
 
Fellay non ha dubbi: "le religioni che rifiutano la Sua divinità esplicitamente, come il Giudaismo e l’Islam, sono destinate al fallimento nelle loro preghiere, a causa di un errore cosí fondamentale". Perciò conclude: " Una cosa è certa: non v’è niente di meglio per provocare la collera di Dio".
Non mi è chiaro ora se l’errore fondamentale di Wojtyla non c’è rischio che la Chiesa commetta ancora, con Benedetto XVI, o se invece Fellay non pensi più che di errore fondamentale si trattava. In ogni caso, ritrovata la comunione, Dio non è più in collera con nessuno dei due: né col Papa né con Fellay.
(Oppure lo è: con tutti e due?)