Archivi del giorno: febbraio 16, 2009

Fama

Alle 15.45 prendo Enrico a scuola. Togli il grembiule metti il capotto la sciarpa il cappello. In auto. corro fino alla piscina universitaria. Lascio un documento e prendo la chiave dell’armadietto. Spogliatoio. Aiuto Enrico a svestirsi e a indossare costume occhiali cuffia. Ore 16.00 Poso la borsa nell’armadietto e saluto Enrico.
Torno di corsa in biblioteca. Cavolo, ho dimenticato il pass. Parcheggio lontano e corro a piedi. In biblioteca, fila per consegnare i libri in prestito. Poi scendo di corsa nel fondo librario. Prendo altri tre libri, compilo le schede e aspetto l’addetto per l’autorizzazione al prestito. Arriva. I libri mi vengono rilasciati. Corro all’auto, poi in auto corro verso la piscina universitaria. Parcheggio. Corro. Sono in tempo. Entro nello spogliatoio alle 16.58, due minuti prima che Enrico abbia finito il suo turno.
E qui mi accorgo di avere dimenticato la chiave dell’armadietto in auto.
Allora corro fuori, dalla ragazza a cui avevo lasciato un documento, chiedendo se abbia una seconda chiave. Non so, adesso vedo. Un minuto dopo, mi consegna un mazzo di chiavi. Provi con queste. Corro nello spogliatoio. Comincio a provare le chiavi. Non riesco a trovare quella giusta, cavolo! Non aprono! I bimbi escono dalla piscina. Enrico grida: Papà! Papà! Lascio le chiavi e corro da Enrico. Papà non ti vedevo. Sono qui, Enrico. Lo porto sotto la doccia. Comincio a lavarlo, e a spiegargli che la borsa è chiusa nell’armadietto, e che dovrò lasciarlo con il mio giubbotto addosso, mentre di corsa andrò a prendere la chiave in macchina. No, papà: non voglio!
Compare mia cognata. Maria, ho la borsa chiusa nell’armadietto, ho lasciato tutto lì. Ho capito, dice lei, e corre via. Un minuto dopo, mi porta shampoo e bagnoschiuma di suo figlio. Hai capito al volo, Maria! Mi serve tutto!!
Vengo via dalla doccia. Papà ho freddo. Aspetta. E mentre decido di che morte morire, un addetta alle pulizie mi si fa innanzi con la borsa di Enrico: cerca questa, signore?
 
La mia fama presso la piscina universitaria sta crescendo.
Aggiornamento: Pare che abbia dimenticato nello spogliatoio costume occhiali cuffia.

Quando si vuol fare una legge, in cui la volontà individuale figuri il meno possibile…

Alfa: Il divieto di accanimento terapeutico. “il medico deve astenersi da trattamenti sanitari straordinari, non proporzionati, non efficaci o non tecnicamente adeguati rispetto alle condizioni cliniche del paziente o agli obiettivi di cura e/o di sostegno vitale del medesimo.”

Beta: E se io lo desiderassi, questo accanimento terapeutico? Per quale motivo la legge deve impedirlo?

Alfa: …

Beta: …

(Chi poteva scrivere il bel dialoghetto da cui ho prelevato questo pezzetto, se non il caro estinto?)

Carnevale

Che cosa c’è di meglio di una domenica di Carnevale, con la propria figlia che dopo avere per settimane provato i passi dei balli da eseguire dietro il carro allestito dai compaesani della frazione di Aiello si impegna a sfilare per sei ore (vestitino euro 21), nonostante il freddo polare, prima a Baronissi poi al pomeriggio in un paese vicino, insieme agli altri carri e alle altre ballerine e ballerini? Cosa c’è di più bello, di più soddisfacente, di più delizioso dell’accompagnarla, e di mescolarsi tra la folla festosa e colorata di coriandoli e maschere, salutandola da lontano con la mano, sorridendo ai suoi sorrisi, chiamandola in risposta ai suoi richiami, mentre gli altri due figlioli si rincorrono, scappano di qua e di là, si perdono tra la folla costringendoti a cercarli, a inseguirli, a trovarli, e per farli star buoni a comprargli la bomboletta con la schiuma, la trombetta, le caramelle, il palloncino? (Ed è subito sera).
Ditemi: cosa c’è di meglio, se non un febbrone da cavallo che costringe Renata a letto tutto il giorno?