L’attenzione è ora tutta su Debora Serracchiani, ma io sono un po’ indietro e solo stasera ho guardato il profilo di un altro giovanissimo leader, di cui s’è parlato molto e molto ancora si parlerà: Giuseppe Civati, su cui però posso già esprimere una seria valutazione:
ha dalla sua, insieme a vari altri titoli, laurea e dottorato in filosofia, il che lo renderebbe sicuramente il mio candidato ideale alla guida del PD, se non avesse ahimè, come Veltroni e come Franceschini, la colpa grave di avere scritto pure lui il suo primo romanzo. (Sul calcio, poi).
Ora: io sono per il rinnovamento, ma proprio perciò il prossimo segretario del PD deve lanciare un chiaro segnale di discontinuità e rinunciare ad avere dalla sua un romanzo o – aggiungo, a scanso di equivoci – una raccolta di poesie, da chiunque prefata.
(Insomma: non possiamo andare avanti che il centrodestra candida uomini che hanno raccolto in giovane età il loro primo miliardo di lire, mentre il centrosinistra esibisce prime, temo ancora acerbe prove letterarie).