Oggi, alla scuola materna di Aiello di Baronissi, c’è stata la festa di fine anno. I bambini di cinque anni, tra i quali Enrico, salutavano le maestre perché dal prossimo anno comincia anche per loro la scuola elementare.
I genitori, a loro volta, han salutato le maestre – c’era pure la maestra Bice che andava in pensione, e quindi i saluti sono stati più calorosi del solito – e anch’io, com’è usanza, ho porto i miei saluti. Ma al momento di andarmene, raccolta la pergamena, il grembiule, i quadernoni, i figli, sono stato richiamato: – il sig. Adinolfi? -, mi dice una mamma. – Sì, sono io – rispondo. – La cerca l’insegnante di religione -. In effetti, non l’avevo salutata: colpa mia che per un vecchio riflesso laicista dò importanza solo agli insegnamenti curriculari. Mi avvicino all’insegnante di religione, la quale mi fa:
– E’ lei il sig. Adinolfi? -:
– Sì, sono io -.
– Guardi, volevo avvertirla che ho trattenuto il quaderno di religione di suo figlio -:
– ?? -.
– Siccome sono in prova, devo documentare il lavoro svolto quest’anno, e ho scelto il quadernone di Enrico perché è quello meglio riuscito. Poi glielo farò avere, non si preoccupi -:
Guardo i quaderni, guardo la maestra:
– Lei legge per caso il mio blog? – le chiedo.
– Blog? -.
– No, niente, non si preoccupi. Allora mi avvertirà la scuola quando potrò ritirare il quaderno -.
– Si grazie -.
– Arrivederci -.
– Arrivederci -.