Troppo cristocentrismo, via

Venerdì sera, a Salerno, andava in scena un colloquio fra Vito Mancuso e Marco Pannella, dal titolo: "Come e quali credenti, oggi, qui".

Non so se abbiate la pazienza di sorbirvelo tutto: io l’ho avuta (anche se al mio fianco il Venerabile commentava disincantato che la cosa migliore della serata erano le sedie), anche perché ero andato lì apposta, con l’intenzione bellicosa di porre a Mancuso una domanda a partire dal libro, L’anima e il suo destino, che avevo letto nel 2007, a dicembre (insieme a Patrimonio, di P. Roth: ricordo la cosa per qualche ragione). La domanda lascia perdere l’idea di fondo del libro – che c’è una fresca corrente che ci porta ben benino dalla materia fino allo spirito, all’infinito e oltre -, e si sofferma su un punto al quale mi pareva che un teologo dovesse tenere un po’ di più di quanto non facesse Mancuso nel libro. Ma mi sbagliavo.

P.S. Se scorrete la colonna degli interventi, a destra, vi potete risparmiare le due ore complessive, e limitarvi a domanda e risposta.

7 risposte a “Troppo cristocentrismo, via

  1. Forse non ho capito niente, ma mi è sembrato che Mancuso non sia cattolico, sia poco cristiano ed un po’ gesuita sull’embrione.
    Ho letto qualche anno fa il suo libro su Hegel, sfiancante per la mole (anche lì forse ho poco capito visto che quasi nulla ricordo), mi è bastato.

  2. Domanda OT: ma il Venerabile era seduto alla tua destra o alla tua sinistra? Perché quello seduto alla tua destra assomiglia a qualcuno che conosco.

  3. Nel merito: può darsi che quella sera fosse fuori forma, ma ho trovato Mancuso – più che eretico o chissà che – piuttosto banale.

  4. Sinistra (alla mia destra avevo l’Avvocato)

  5. L’Avvocato nel senso che fa l’avvocato? Allora non è chi pensavo.

  6. mi sembra che la tua domanda fosse molto importante e mi sembra anche che purtroppo mancuso abbia svicolato. del resto (ascoltando solo la risposta precedente a quella a te rivolta) il suo modo di pensare mi è parso piuttosto apodittico e non si piega all’umiltà della dimostrazione. come quando afferma che la libertà moderna ( o meglio postmoderna) sfocia obbligatoriamente nel nichilismo. a questo proposito gli ha risposto magnificamente la de monticelli su repubblica a metà agosto. e comunque un teologo che rivendica come non centrale la resurrezione di Cristo e impossibile tout court la centralità nel discorso teologico di un fatto storico non può né definirsi né essere definito come cristiano. per amor di chiarezza terminologica, lo dico, non come polemica, ovviamente. ciao paola

  7. Con Mancuso sto avendo a che fare leggendo “Disputa su Dio e dintorni”, scritta a quattro mani col caro vecchio Augias (che, forse, a sua volta ha preso in prestito le mani di Edward Osborne Wilson). Mi pare banalotto: il solito ex-prete-neo-cattolico che si mostra giovane per non sembrare vecchio. Discutendo, per inciso, con uno che usa argomenti adatti a sedicenni in maschera…

    ilvegliodicreta

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