L’ultimo libro di Carlo Borgomeo, «L’equivoco del Sud», comincia così: “bisogna onestamente ammettere che l’antica questione meridionale pare ai più alquanto noiosa”. E finisce così: “come dicevo all’inizio quella per il Sud appare ormai una battaglia persa, persino noiosa”. Evidentemente, non basta un libro intero per appassionare al problema del Mezzogiorno. Non un libro, forse nemmeno mille libri, sicuramente non la sfilza impietosa dei dati che, trimestre dopo trimestre, anno dopo anno, l’Istat continua a snocciolare con innegabile monotonia. E così una noia mortale assale il lettore di quelle cifre, che sente già levarsi, mentre il suo sguardo scorre tra percentuali, numeri, tabelle, il rosario delle lamentazioni. Ci siamo di nuovo con il Mezzogiorno, con l’«antica questione», con i problemi annosi di un’Italia che da 150 anni si interroga sul divario tra il Nord e il Sud, senza cavare un ragno dal buco.
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