Mettiamo in ordine i fatti che il Parlamento avrà presente quando domani discuterà la mozione di sfiducia individuale verso il ministro della giustizia Anna Maria Cancellieri. Innanzitutto, stanno le telefonate note alla magistratura torinese, e portate a conoscenza dell’opinione pubblica, dalle quali risulta la vicinanza del ministro ai Ligresti, al momento degli arresti di membri della famiglia, e il successivo intervento presso il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, a proposito della reclusione di Giulia Ligresti. Su questi fatti, su queste telefonate, c’è già stato un passaggio parlamentare. La posizione del ministro è stata corroborata sia dai comunicati della procura torinese, che dalle dichiarazioni rese dai dirigenti del dipartimento: allo stato, non risulta alcuna intromissione indebita. Le decisioni dei magistrati su Giulia Ligresti sono state prese indipendentemente dall’interessamento del ministro, né tale interessamento rappresenta un’eccezione rispetto alla linea di condotta tenuta dalla Cancellieri in casi analoghi. Se Giulia Ligresti è andata ai domiciliari è stato solo per le sue condizioni di salute, secondo le valutazioni dell’autorità giudiziaria. Di diverso c’è dunque solo il modo in cui il ministro è venuto a conoscenza del caso, per via dei suoi rapporti amicali con la famiglia.
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