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Sì d'accordo però

Un po’ mi dispiace, forse deluderò qualcuno, ma io sono d’accordo con mons. Betori. Non può essere la coscienza individuale giudice del bene e del male. Il bene e il male sono (semplifico un po’) come l’azzurro del cielo: il cielo è azzurro, qualunque cosa ne pensi la coscienza individuale. (Se qualcuno pensa che invece no, non è così, non potrà giocoforza opporre alla mia opinione alcuna buona ragione).
Già, ma la coscienza individuale può pensare qualunque cosa di qualunque cosa, o nemmeno questo può? Rientra nei suoi diritti, o no? E se anche non si decide in base all’unico criterio della coscienza individuale che questo o quello sia un bene per l’individuo, è l’individuo libero di pensarla come vuole e di farsi del male, o no? Io penso: a volte sì, a volte no. Mio figlio non è libero di farsi del male: glielo impedisco io. C’è allora un momento in cui mio figlio è libero di mandarmi a quel paese, anche quando gli insegno cosa è bene e cosa è male, perché tocca pur sempre a lui, di vedere da sé cosa è bene e cosa è male? C’è per mons. Betori un tal momento, un simile passaggio all’età adulta, qualcosa come un da sé? E di più: per mons. Betori è un bene o un male che ci sia questo momento? Anche in presenza dell’evidenza del bene, non è un bene pure che lo si veda da sé, il bene evidente? Oppure il bene evidente va sempre tutelato dalle erronee scelte che potrebbero essere compiute a partire da sé, di modo che non è bene che ci sia un momento in cui da sé e solo da sé si possa scegliere (anche) il male contro l’evidenza del bene? (E se è un bene che un tal momento ci sia, non è un bene che ci sia anzitutto quando ne va della propria vita intera?).

Secondo me è un bene. Io sono d’accordo con mons. Betori, però ha ragione Roberta De Monticelli.
(Se qualcuno obietta: ma se il bene è evidente, perché non fare bene le leggi, secondo quel bene?, lo invito a considerare che la mia idea che il bene sia evidente è puramente formale, non riguarda cioè qui questo o quel bene. Nel punto in cui lo riguarda, la parentesi finale, la mia considerazione investe invece il piano morale, non propriamente quello giuridico. Per di più, io penso in generale che la pluralità delle proposte etiche e dei piani di vita individuali sia oggettivamente un bene da tutelare il più possibile giuridicamente, e dunque).