Ospite a Sora lo scorso anno, Ermanno Cavazzoni spiegò tra l’altro: lo scrittore è un animale solitario. Non si muove in branco, in gruppo. Non funziona, ad esempio: sei scrittori andarono a cena alla Taverna dell’Agnello. A cena, gli feci presente che non funziona neppure coi filosofi. E ora ne traggo conferma. C’è stato un bel congresso dell’American Philosophical Association – riferisce Philosophy now – e il figlio novenne di uno dei partecipanti ha scritto (libero adattamento): è stato orribile, c’erano 2000 filosofi che dicevano cose strane, molti avevano la barba e non ridevano mai.
Duemila. Duemila filosofi che pranzano, vanno al bagno, mettono cappotto: l’inensatezza è palese. Fare un mestiere per il quale anche solo uno in più ti fa sentire soprannumerario è veramente dura.
P.S. (Io, però, sarei uscito in giardino a giocare a pallone con mio figlio, per riscattarmi ai suoi occhi. Un giardino ci doveva essere per forza)