Archivi del giorno: gennaio 15, 2006

Il tubo di tina

Capisco che ogni bambino abbia bisogno della sua coperta di Linus. Magari anche qualche adulto: Ffdes me l’ha spiegato molto bene. Ma che mio figlio Enrico si scegliesse come compagno inseparabile, da portarsi detro in culla, a tavola, e con sé persino quando usciamo, e ovunque andiamo, il tubo di Tina, beh: questo non sorpassa ancora la mia proverbiale pazienza di filosofo spinoziano, ma ci va molto, ma molto vicino.

Che cos'è la democrazia

"La democrazia non è né la forma del governo rappresentativa né il tipo di società fondato sul libero mercato capitalistico. Bisogna restituire a questa parola la sua potenza scandalosa. La democrazia è stata anzitutto un insulto: per quelli che non la sopportano,è il governo della canaglia, della moltitudine, di quelli che non hanno titolo a governare […] La democrazia non è una forma particolare di governo, ma il fondamento stesso della politica, che consegna ogni forma di dominio alla sua fondamentale illegittimità. E il suo esercizio travalica necessariamente le forme istituzionali della rappresentazione popolare"

C’è del vero, in quel che diceva lo scorso 15 dicembre Rancière a Libération, quanto al fatto che la democrazia è in pericolo, quando si pretenda, o semplicemente si fa in modo che a governare siano solo competenti o esperti, ricchi o esponenti delle grandi famiglie. Ma che le forme istituzionali non vadano mai bene può significare che la democrazia impone la continua sorveglianza del loro funzionamento, oppure – ed è il modo in cui intende la cosa Rancière – che la linfa democratica non può scorrere in quelle vene. Poi il giornalista, riprendendo il titolo dell’ultimo libro di Rancière, domanda. "C’è un odio della democrazia, in Francia?", E Rancière risponde:

"Un discorso sempre più virulento di una parte della classe intellettuale, di cui Alain Finkielkraut offre il condensato, accusa la democrazia di tutti i suoi mali. Dopo il crollo dell’alternativa sovietica, hanno cominciato ad opporre alla democrazia, vista come il regno degli sfrenati desideri individuali, la repubblica, pensata come il senso della vita collettiva. La democrazia, per loro, è il regno del consumo e dell’assenza di legame sociale".

Anche qui c’è del vero, mi pare. In particolare, se Rancière intendesse (come peraltro mi pare che intenda) non che si debba scegliere fra una cosa e l’altra, ma che l’opposizione stessa, pensare l’una cosa come il rovescio dell’altra, è inadeguata a comprendere l’essenza della democrazia. Per la stessa ragione, però, non mi convince del tutto l’idea che, essendo la democrazia opposta a ogni forma di potere oligarchico, l’azione emancipatrice vuole mettere in opera un’uguaglianza immediata.

E’ quell’immediatezza, che mi preoccupa. (Anche il resto dell’intervista, in francese, contiene cose interessanti)

E sei!

Gli anni di matrimonio.