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Archivi del giorno: settembre 8, 2005
La gioia del pensiero
"…La philosophie ne contemple pas ne reflechit pas, ne communique pas, bien qu’elle ait à créer des concepts pour ces
actions ou passions"
Gilles Deleuze (1925-1995)
Il programma completo della settimana di studi della Scuola Internazionale di Studi filosofici che si terrà a Frosinone dal 19 al 23 settembre con la partecipazione di M. De Carolis, M. Donà, F. Duque, U. Fadini, C. Sini, L. V. Tarca, V. Vitiello lo trovate qua. (Titolo ed esergo sono un omaggio a Gilles Deleuze, nel decennale della scomparsa).
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Soffoco!
Mi è riuscito di seguire solo una delle sei parte finora dedicate da Fuori orario alle lezioni di Gilles Deleuze a Vincennes, l’ultima. In trenta minuti, nel corso dei quali Felix Guattari (con un tono tanto dogmatico quanto problematico era quello di Deleuze) se n’è presi una decina, e la lotta antimperialista allo scià rezha palevi poco meno, non è che Deleuze potesse dir molto (del volto, di come sia ‘centrato’, e di come si s-figura al cinema). Quel che però mi ha colpito, sono le condizioni in cui teneva lezione: il fumo e i cappotti (e va bene), ma pure la calca, l’assoluta mancanza di spazio, e il fatto che ben difficilmente gli studenti guardassero tutti dalla stessa parte. Si parlava di deterritorializzazione, e si stava gli uni accalcati agli altri. Corpi su corpi. Forse il corpo era più esposto, spossessato e desoggettivato, ma non c’era proprio aria! (e il pensiero non prendeva quota). Non so: forse, in una stanza, nomadismo e gruppuscoli non vanno molto d’accordo.
(E io che pensavo che il pensiero ha bisogno di aria, di spazio, che meglio si pensa all’aria aperta, o almeno con le finestre spalancate, e senza ingombri intorno. Io, che mi faccio andar strette le stanze d’appartamento in cui tengo lezione a Cassino!)
P. S. A proposito di corpo esposto, Iannozzi intervista Alderano. Segnalo volentieri.
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A quanto ne so
Sono molte le righe che non scrivo intorno a questa o quella vicenda. Avevo letto dell’intimidazione subita da Aldo Torchiaro (che ha tutta la mia solidarietà) da parte di Halima Barre dell’IADL – Anti Islamic Defamation League (noi siamo "sia per la libertà d’espressione sia per la politica della lunga corda"), ma non avevo letto l’intervista a Vattimo. Ma ora sì. Di Vattimo non mi dispiace (padrone lui delle sue opinioni) che si dica anti-americano o che affermi che Bush è il vero terrorista, ma che alle domande circa la sua partecipazione al campo anti-imperialista, risponda con un molto pilatesco "a quanto ne so".
Come sarebbe, a quanto ne so? Sembra proprio che non ne voglia sapere di più. Che preferisca non sapere. E per un filosofo, questa non è una bella cosa (a quanto ne so).
P. S. Pensiero debole: qui si interpreta la lunga corda come la corda del fesso. Bah. Nei commenti si aggiunge che nessuno firma una minaccia. Questo, almeno questo, è falsissimo.
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