Non conosco Dario Fertilio, del Corriere, e non conosco neppure quel Robert George, teorico del diritto naturale, consigliere di Bush, credente e cattolico, che è venuto a lanciare provocazioni in odore d’eresia in Italia, a Macerata, per lo stupore di Fertilio e dei lettori della pagina 51 del Corriere, lì dove si trova la Terza pagina (ho impiegato un giorno ad arrivare a pagina 51, l’articolo è di ieri).
Elenco le provocazioni in odore d’eresia: no all’aborto, no all’eutanasia, no al matrimonio omosessuale, sì alla guerra umanitaria: effettivamente, il tipo è provocatorio (o lo è la sintesi fertiliana). Voglio dire: in Italia, queste posizioni, e chi mai ce l’ha? Roba inaudita. Per fortuna, Fertilio mette bene in luce dove sta la provocazione: nel fatto che tutte queste posizioni attualissime, che giustificano l’attenzione del Corriere per un incontro altrimenti solo accademico, sono fatte discendere dalla legge naturale. (Ma va!). Che l’uomo abbia una natura è convinzione incrollabile di George e salvo il fatto che il primo dovere di un giusnaturalista sarebbe quella di spiegarsi sul termine ‘natura’, non faremo nulla per minare questa convinzione. Ma leggendo l’articolo non si trova una sola parola di spiegazione di come si faccia, muovendo dalla considerazione che esiste un numero di attività propriamente umane che distinguono un essere umano da una foglia d’insalata, da un castoro o da un cristallo, come si faccia a lanciare quelle eretiche provocazioni.
Ma forse, essendo tra le altre cose George filosofo di vaglia, capisco in cosa consistano eresia e provocazione. (Ma no: è Fertilio che provoca, riferendo in questi termini. Oppure è il Corriere. Non lo so, però qualcuno provoca: non c’è dubbio)